Roma, lato B – Claudio Delicato

Come scrive un batterista? Claudio Delicato, per sua stessa ammissione, è tale prima di tutto. La narrazione risente piacevolmente della musicalità dell’autore, con vari climax che convergono verso l’epilogo; oppure con hook, “uncini” che fanno presa nell’ascoltatore (pardon, nel lettore) seguiti da variazioni; frasi che sembrano battute musicali con un fill di batteria alla fine di ognuna:

“Elena era abbondanti pranzi di Natale e ricariche telefoniche in regalo.
Elena era racconti della Seconda Guerra Mondiale con suo marito ex deportato.
Elena era surreali paranoie ipocondriache, e lo vedi che ‘sto piede mi si allunga quando lo tendo.
Elena era vai bene a scuola?, era c’è mamma, per favore?, era ce l’hai la ragazzetta?
…”

Ma Claudio non è solo un musicista. E’ anche lettore, cinefilo e tanto altro.

Ecco quindi che è possibile rintracciare in lui l’Ammaniti di “Ti prendo e ti porto via” – anche solo per l’utilizzo di vari personaggi per raccontare una storia, una città, una società. Delicato però mette esplicitamente un po’ di sé stesso in più di un protagonista (uno porta il suo nome), il che non è necessariamente un male.

C’è anche il Bukowski di “Storie di ordinaria follia”, sia per il tratto “pulp” di personaggi e situazioni che per l’acredine. Tra le righe ci sono energia e rabbia. Claudio (o il personaggio di turno?) parte in quarta col mondo, lo aggredisce prima di essere aggredito. Questa acredine è presente anche nella caratterizzazione delle donne, spesso impietosa: ci sono madri e mogli invisibili o fastidiose, oppure ragazzine viziate/hovistocosechevoiumani a cui piace imporsi sugli uomini.

Ma forse nei suddetti giudizi di autoreferenzialità mi lascio influenzare dalla lettura del suo blog ciclofrenia.it, in cui racconta (un lato, forse B, di) sé stesso, per cui pretendo di conoscere il buon “Mr. Tambourine Man” alias “ErMetafora”.

Passando al cinema, è possibile trovare echi di Tarantino, che non solo viene nominato, ma a mio avviso influenza il nostro batterista nella descrizione della tragedia nata dalla casualità, che mi ricorda una scena di Pulp Fiction.

Delicato è anche, a suo modo, poeta. Ma un poeta cybermetropolitano, dell’era di MTV, spot, YouTube e rock alternativo. Per cui gli elementi naturalistici della poesia classica, quando non completamente sostituiti, sono affiancati a termini più moderni:

“Intorno a lui, generici uccelli e stridio di gomme eseguito dai Sonic Youth in grande spolvero”

E se il titolo la dice lunga sull’influenza musicale nella scrittura dell’autore, svela anche un omaggio alla sua città, cinico (quindi sincero) e non invadente.

“Roma, lato B” contiene aneddoti e piccole citazioni di amici, a volte apparentemente slegati dal contesto. Ma stanno benissimo, perché Claudio lo sa: la vita non segue un filo logico. Lo scrittore scrive della vita. E questo romanzo ne è pieno.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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