Kristin Harmel fa centro un’altra volta.
Giusto tre anni fa avevo letto e amato il suo primo romanzo Finché le stelle saranno in cielo e oggi ho terminato l’ultimo capitolo di Quando all’alba saremo vicini (ancora una volta preferisco il titolo originale The life intended – La vita prevista -), un altro incredibile romanzo seppur completamente diverso dal primo sia per ambientazione che per trama.
Kate ha perso il marito quando era ancora una giovane sposina, in un tragico incidente stradale e, dodici anni dopo, si sta finalmente ricostruendo una vita insieme grazie al suo nuovo compagno Dan e al suo nuovo lavoro di musicoterapista per bambini problematici o con disabilità.
Poi, proprio quando tutto sembra aver preso la giusta piega, si presena puntuale il più bastardo degli inconsci: Kate inizia a fare sogni strani.
Sogna di essere nella sua vecchia casa, con suo marito Patrick come se lui non fosse mai morto e anzi… è addirittura invecchiato!
Tutto sembra così reale e tangibile, perfino i ricordi di quella vita, così come l’avevano programmata insieme, ma che invece Kate non ha mai potuto e mai potrà vivere.
E se dietro questi sogni ci fosse qualcosa?
La Harmel parte da un trampolino drammatico per sviluppare una storia piena di amore e di speranza, dove i sogni invece che farti sprofondare sotto le coperte, ti svegliano.