Pagine Appena Sfornate #7 – Un filo d’olio, Simonetta Agnello Hornby

Cucina e vita casalinga si legano strette insieme, nelle lunghe giornate estive che la famiglia della scrittrice trascorre a Mosè, nella provincia di Agrigento. Nonna Maria, mamma Elena, zia Teresa, Simonetta e Chiara ritrovano ogni anno gli stessi posti, le stesse abitudini, e naturalmente le stesse ricette di ogni anno, quelle di famiglia che attraverso lo stomaco arrivano fino al sangue e lì rimangono per sempre. Ricette semplici, “terra terra”, perchè dalla terra campagnola vengono fuori i frutti che le accompagnano e le compongono. In questo libro si intrecciano ricordi estivi, episodi famigliari, ricette e chiacchiere di paese; i piccoli eventi che costellano naturalmente il tempo quando fa caldo e si vive tutti vicini, tutti insieme, in una convivenza un po’ forzata, un po’ cercata, un po’ attesa.

Simonetta Agnello Hornby ha un modo di descrivere le sensazioni legate ai sensi che mi da’ sempre l’impressione di rivivere gli stessi momenti; inoltre, ha un gusto per la cucina casalinga (e non solo, come si è visto in altre recensioni) tutto particolare: ama i piatti della tradizione ma che siano ben presentati, cibi semplici ma per i quali a volte ci vuole un lavoro lungo, lento, e soprattutto affettuoso.
Tutto questo mi convince ogni volta a comprare i suoi libri, e poi a gustarmeli: con calma, e con affetto.

Questo in particolare mi piace definirlo un libro “di conforto” (avete presente il cosiddetto “comfort food”, come dicono gli inglesi?), familiare, accogliente; un racconto autobiografico di scorribande infantili, routine di campagna, caldo estivo e chiacchiere tra comari all’ombra dei portici freschi, con sotto il naso i profumini provenienti dalla cucina.

Caponata di Melanzane
per 6 persone:
800 gr di melanzane
1 tazzina di sedano tagliato fine
200 gr di cipolla
2 cucchiai di capperi
1 tazza di olive verdi denocciolate
3 cucchiai di passata di pomodoro
1/2 bicchiere d’aceto
1 cucchiaio di zucchero
olio per friggere

Tagliate le melanzane a dadini, mettetele sotto sale in uno scolapasta con un peso sopra e lasciatele un paio d’ore a perdere tutto l’amaro. Poi, friggetele e lasciatele sulla carta per assorbire l’unto.
Tritate la cipolla, il sedano, i capperi e le olive. Cuocete in 4 cucchiai d’olio e quando la cipolla imbiondisce, versate la passata di pomodoro; fate andare ancora 5 minuti, poi spegnete il fuoco ed unite metà dell’aceto e metà dello zucchero, mescolando.
Fate riposare almeno un’ora, poi assaggiate e decidete se sia il caso di aggiungere altro aceto o zucchero.
Surgelare o conservare in barattoli di vetro.

Cafè du parrinu
(non potevo lasciare voi e questo libro orfani di una ricetta simile – il vero cuore delle vacanze a Mosè)

polvere di caffè usata di 3-4 moka da 3-4 tazze
1 tazza di caffè
4-5 cucchiai di polvere di caffè
1 litro d’acqua
1 stecca di cannella
40 chiodi di garofano
4-5 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di cacao amaro o dolce
1 bustina di vanilina

Si mischiano insieme la polvere di caffè “usata”, l’acqua, la cannella, i chiodi di garofano, la polvere di caffè “nuova” e la tazza di caffè; poi si fa cuocere il tutto per circa 20 minuti, senza fretta, finchè non si addensa un po’. Poi lo si lascia riposare per un’oretta, e lo si filtra. Si mette di nuovo nel pentolino, e si aggiungono la vanillina, lo zucchero ed il cacao: 10 minuti sul fuoco e poi si fa bollire per altri 5 minuti.
Si aggiusta di zucchero e cacao a seconda dei gusti, sempre mischiando bene.
Servito tiepido, è l’ideale.

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Recensione di
Silvia Righetti

"Tutto quello che vedo mi ricorda qualcosa che ho letto in un libro... ma non dovrebbe essere il contrario? " (cit.); sono una grafomane, oltretutto, quindi dove altro pensavate di potermi trovare?

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3 commenti
  • Devo assolutamente leggere questo libro. Adoro le edizioni Sellerio, mi piacciono le storie ambientate nella mia Sicilia e la ricetta della caponata somiglia moltissimo a quella della mia mamma :)

    • mi fa piacere!
      nel leggerlo io stessa mi sono ritrovata “in sicilia” ..adoro la capacità di Simonetta A.H. di descrivere e farti sentire parte dell’ambiente! e le ricette poi ..sono una meglio dell’altra!

  • Raccomando a tutti di provare il Café du parrinu (caffé del parrino o del prete), quello che in Un filo d’olio viene descritto come il caffé preparato da Rosalia per il prete dopo la messa, ma servito a tutti i membri della famiglia di Simonetta, bambini compresi (versato sul piattino affinché si raffreddasse). Poiché gli ingredienti non sono comunememte presenti in tutte le case (cannella e chiodi di garofano, per esempio), è necessario avere del “tufo”, ossia fondi di caffé conservati e caffé “avanzato”, questa ricetta non può essere improvvisata; anche la preparazione non è immediata, come quella di un caffé fatto con la napoletana, con la moka o con una macchina per espresso. In compenso il Café du parrinu può essere fatto in quantità abbondante ed è ottimo, anzi, se possibile migliore, nei giorni successivi, anche se ogni volta deve essere riscaldato, anzi fatto bollire un po’ prima di servirlo (e non sa assolutamente di caffé riscaldato!). Non deve essere pensato come un “caffé”: è proprio una bevanda a parte, aromatica, energetica e deliziosa! Provare per credere! Inoltre vorrei dire che delle numerose ricette presenti nel libro, che pur se personalizzate dalle cuoche (la madre e la zia di Simonetta, le cuoche della famiglia o altri personaggi) sono tuttavia ricette non particolarmente originali, questa del caffé del parrino è davvero qualcosa di speciale, una “cosa di famiglia”. Mi ha ricordato un po’ un caffé arabo che ho assaggiato in Siria (con cardamomo e altre spezie più “invadenti” per i nostri gusti) e che come il caffé del parrino viene servito con religione, come un omaggio all’ospite, qualcosa di più prezioso di una semplice bevanda.

Recensione di Silvia Righetti