Mansfield Park-Jane Austen

Mansfield Park fu il terzo romanzo scritto da Jane Austen, tra il 1811 e il 1813, pubblicato pochi mesi  dopo, sotto pseudonimo. A differenza dei primi due, “Ragione e sentimento” e “Orgoglio e pregiudizio”, presenta una trama narrativa piuttosto diversa ed insolita. La storia non è imperniata esclusivamente, come per i primi due, sulle circostanze che possono portare ad un felice o infelice matrimonio, nè è circoscritto al periodo della giovinezza e della piena “età da marito” dei protagonisti, bensì ripercorre la loro vita sin dall’infanzia. Fanny è la primogenita di nove figli di una delle tre sorelle che ha contratto il matrimonio meno favorevole, sposando un marinaio privo di mezzi economici. All’età di dieci anni viene accolta in casa della zia più fortunata, moglie di un baronetto, sotto consiglio dell’altra zia, moglie di un pastore, che per ipocrita e apparente bontà spinge la sorella a fare un’opera caritatevole;  difatti entrambe le zie non sono seriamente interessate alla bambina, ma una volta accoltala in casa le preferiscono le cugine, più estroverse e anche caratterialmente meno virtuose.

Come sempre Jane Austen non risparmia di descrivere con realistica ironia i personaggi che offre al lettore, specchio di una società a lei ben nota. La nobildonna indolente, la moglie del pastore egoista ed egocentrica, i figli viziati e dissoluti, le famiglie del popolo prive di educazione e di buone maniere, che vivono una vita caotica e rude, priva di attenzione e rispetto per il prossimo. Tra questa carrellata di tipi umani negativi, si mescolano altri destinati a risolvere i problemi causati dall’indolenza e dalle cattive inclinazioni altrui e a soffrirne le conseguenze, almeno in un primo momento: Lord Thomas, Edmund e Fanny. L’eroina, Fanny, non è molto benvoluta dai lettori appassionati di Jane Austen, e persino la madre della scrittrice ebbe a dire in vita che Fanny è un personaggio “insipido”. Leggendo il romanzo, si ha l’impressione che Fanny sia certamente un simbolo, più che un personaggio modellato su una realistica visione dell’essere umano. L’intero intreccio del romanzo è infatti fortemente simbolico, là dove la scrittrice ha voluto far risaltare con più forza la denuncia morale, tipica di tutta la sua opera, dell’ipocrisia  di un certo tipo di società e dei singoli individui.

Inoltre è stato notato dai critici come qui, ed in altri romanzi della Austen, non c’è accenno alle guerre Napoleoniche, che in quegli anni preoccupavano non poco l’Europa, nè si fa menzione dell’industrializzazione dei sobborghi e delle città, che di anno in anno si faceva sempre più evidente. Lo sfondo delle vicende è costituito solo dalla campagna, dai cottages, i docks di Londra dove vive la famiglia d’origine di Fanny, e l’immancabile Bath, meta preferita dell’alta borghesia per le proprie vacanze. Un mondo rilassato e quasi insonnolito, che non ha interesse di curarsi dell’evolversi storico e tecnologico. D’altra parte penso che persino questi elementi mancanti non siano stati taciuti a caso, ma proprio per evidenziare la noncuranza tipica di una parte della società, ristretta nelle sue vicende private e nelle sue conoscenze ed al massimo interessata alle fonti di guadagno provenienti dalle piantagioni nel Nuovo Mondo (Antigua nel romanzo).

Comunque sia, la lettura del libro rimane appassionante esattamente come per gli altri suoi romanzi, si va avanti una pagina dopo l’altra perchè si muore dalla voglia di sapere “come andrà a finire”; i dialoghi in terza persona, che riportano le frasi dei protagonisti in discorso indiretto per voce diretta del narratore, costituiscono una strategia narrativa eccezionale, simile a quella che userà Emily Bronte nella costruzione “a specchi” del suo unico romanzo. L’ironia soffusa ma al tempo stesso compassionevole, che vuole correggere e sperare, più che condannare ed erigersi a visione superiore, pervade l’intera narrazione e la rende divertente ed interessante. Sono certa che al lettore attento ai dettagli, anche Fanny e il mondo che le ruota attorno, parranno personaggi meravigliosamente congegnati e descritti: basta solo munirsi delle giuste chiavi di lettura.

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Recensione di
Vivien

If you wish to travel far and fast, travel light. Take off all of your envies, jealousies, unforgiveness, selfishness and fears.

(From Victoria Hostel kitchen wall, London, 6th April 2014)

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