Ho appena finito di leggere questo libro comprato un paio di giorni fa al Salone del Libro di Torino perché di Gramellini avevo sentito parlare in toni entusiasti e perché uno dei passeggeri del treno Roma – Torino, lo sfoggiava in silenzio tra gli oggetti di viaggio.
Da parte mia posso dire che da quando ho iniziato le prime righe, non ho più staccato gli occhi dal libro e non perché la trama sia particolarmente avvicente o l’incalzare dei fatti sia veloce, ma fondamentalmente perché lo stile di Gramellini e l’idea che è uscita dalla sua penna, sono una delizia per chi, come me, ha letto veramente di tutto e di più.
L’ultima riga delle favole mi ha sorpresa per la sua storia inusuale, fantastica eppure realistica, lontana da me eppure vicinissima alla mia anima.
La stessa che Tomas sembra aver perso, tanto da non riuscire a collocarsi nel mondo, soprattutto se questo mondo è fatto di donne dalle quali fugge non appene sente il pizzico dell’infatuazione.
Ma non è così semplice: conosciamo Tomas nella dimensione terrena solamente per qualche pagina, per poi ritrovarlo (dopo un incidente improvviso), in un’altra delle tante dimensioni possibili, costretto a ricongiungersi con se stesso, con la sua memoria, con i suoi dolori ma soprattutto con la sua anima.
Non dirò altro se non: leggetelo.
ho appena finito di leggerlo :)
mi ha colpito l’enorme metafora che si nasconde (ma non troppo) all’interno di questo romanzo “favolesco” ..le verità dure, i momenti commoventi; è vero, la trama non è particolarmente appassionante né strutturata. ma fa bene leggere un libro così ogni tanto; non estremamente avvincente, ma dolce, e (non mi viene altra parola) “buono”.