Adolf Hitler, sano e salvo ma comprensibilmente disorientato, si risveglia a Berlino nel 2011. Inizialmente si trova in difficoltà come in gioventù ma, per quanto anacronistica, la sua esistenza potrebbe percorrere una parabola ascendente.
Non ci troviamo di fronte alla prima caricatura del Fuhrer – qui spaesato al cospetto di telecomandi, cellulari e TV al plasma – e benché alla fine del testo si trovino una serie di giustificazioni storiche delle varie citazioni, il vero protagonista di questo divertente romanzo è la Germania contemporanea e in particolar modo la stampa.
Spero che questo libro non diventi mai un film: difficile che video e audio possano ricreare la “voce” di questo Hitler, in un mix di osservazioni bislacche e parodia.
Da quando l’ho visto in libreria mi ha sempre incuriosito ma mai quel tanto da portarlo a casa.
Dalla recensione non capisco se merita davvero oppure no: che dici?
Be’, è taggato come “La Libreria consiglia” :)
Come scritto, l’ho trovato molto divertente.
Mi era sfuggito il tag!
E’ una recensione troppo stringata rispetto alle tue solite… questo mi aveva insospettito!
Di solito quando taglio corto è per stroncare senza troppa cattiveria! :P
Eh lo so, sto diventando vecchio, colpa del lavoro :)
lo inserisco a pieno titolo tra i romanzi più belli che abbia letto recentemente. chapeau all’opera prima di vermes.
Bella la grafica di copertina e intrigante la recensione