Lo specchio delle fate – Jenna Black

Ai lettori che si accingono a leggere: questo di cui sto per parlare, è l’ennesimo primo volume dell’ennesima trilogia fantasy in circolazione in quest’ultimo periodo. Se siete stufi di saghe –io lo sono-, se siete stufi di dover aspettare il seguito per mesi e mesi –io lo sono-, se siete stufi di ragazze adolescenti che si trovano a fare i conti con una realtà inaspettata –io non lo sono del tutto, evidentemente-, allora cambiate post e andate a leggervi, che so, l’ultima recensione di SpeakerMuto, o ancora meglio, sfruttate le ultime ore per partecipare alla gara di racconti!

La domanda, a questo punto, immagino che sorga spontanea: perché mai, se sono stufa di tutte queste consuetudini fantasy, mi sono impelagata in un’altra sterile attesa? Presto svelato. Di nuovo, l’economia la fa da padrone! La Newton Compton, nonostante la sua pessima grafica di impaginazione o il suo pessimo fiuto per storie ancora peggiori, ha questa enorme qualità, che in tempi di crisi, è decisiva nella scelta di un libro: 9 euro! Prezzo fisso, copertina rigida, nuova storia. Why not?, viene da pensare quando ci troviamo davanti questi volumi. E a volte capita, come in questo caso, di scovare una storia intrigante e abbastanza entusiasmante da farti pensare: “Ehi! È il momento di cominciare una nuova avvincente trilogia!”. Se poi si pensa alla mia fissa per le fate e per i racconti urban fantasy in generale, ecco, era inevitabile che comprassi questo libro.

Dana è un’adulta nel corpo di una sedicenne, costretta a prendersi cura di una madre alcolizzata, e a trasferirsi ogni anno da una parte all’altra degli Stati Uniti, a causa delle sue origini fae. Suo padre è un pezzo grosso della corte Seelie che vive ad Avalon, unico posto nel mondo in cui le creature fatate e gli umani convivono ancora. Stando a ciò che la madre le ha sempre raccontato, suo padre è davvero fantastico, ma il mondo politico di Avalon è pieno di intrighi e complotti, per cui Dana sarebbe sempre stata in pericolo, esposta alla notorietà della famiglia paterna. Ma al saggio di musica della scuola, l’ultima goccia fa traboccare una valanga d’acqua: Dana si esibisce sul palco, con la sua argentina voce fae, davanti a un pubblico che guarda con disprezzo sua madre, di nuovo ubriaca, che attira l’attenzione, disturbando la platea. Scappa di casa, per raggiungere questo mitico genitore di cui non sa nulla, e approda in un regno a metà tra il nostro mondo e quello magico. Sarà stata la decisione giusta? Naturalmente no. Infatti, si ritroverà coinvolta in situazioni ben peggiori di quelle prospettatele da sua madre.

Più che uno urban fantasy, definirei questo romanzo un “village fantasy”. Avalon è una cittadina arroccata su una montagna, che offre panorami pittoreschi e tipiche casette inglesi. Se poi ci mettiamo il dettaglio che confina con la mitica foresta di Faerie, allora non può essere più lontano dal tessuto urbano! La storia scorre a fiotti, mi ha catturata e fatto passare un week end in spasmodica attesa di scoprire cosa sarebbe successo dopo. Purtroppo la scrittura non è delle migliori: l’ho trovata un po’ infantile e dilettante. Troppo rapidi alcuni passaggi: non c’è il tempo di godersi la magica atmosfera di Avalon o il tipico panorama della cittadina, perché troppo presi a notare come si evolve la storia. La trama, comunque, non è banale, inserisce delle innovazioni piacevoli.

L’autrice ha ambientato il suo romanzo nell’avverso mondo delle tipiche fate della tradizione inglese: niente bacchette magiche, niente bontà d’animo, né scintillii. Solo creature brutalmente perfette, personaggi ancestrali mostrati in un contesto moderno, che mischiano mito, leggenda e fiaba con le insidie politiche del mondo di oggi.

Addendum: Se siete appassionati di questo genere, consiglio “Fate a New York”, di Martin Millar e “Il diario delle fate”, scritto a quattro mani da Jane Yolen e Midori Snyder.

Altro Addendum: cavolo, mi stavo quasi dimenticando di insultare la traduzione del titolo italiano… Io non ho visto nessuno specchio. Se leggerete il libro, e lo trovate, tenetemi aggiornata ;)

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Recensione di
Trix
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10 commenti
  • Anch’io sono fissata con le saghe ed alcune ragazze appassionate di fantasy mi hanno fatta immergere in questo mondo a me sconosciuto, morale:ho letto un casino di saghe, il problema è che una volta che si comincia non ci si stacca più, tipo telenovelas, cominci e vai avanti con le puntate per vedere cosa succederà. Alla veneranda di 35 anni leggere saghe di adolescenti mi fa divertire e rilassarmi, ci si stufa un po’ è vero, però allo stesso tempo preferisco un po’ di leggerezza visto che a 15 anni leggevo libri troppo pesanti.Sicuramente farò un pensierino a questa nuova saga!
    Grazie per la recensione!!!!

  • oddio, che confusione ..
    conosci Laurell Hamilton ? sta scrivendo una saga (credo ancora non compiuta, io ho solo letto il primo libro) sui Seelie e Unseelie. ma non sono Fate! o meglio, non esattamente. cioè .. beh, se la trovi a 9 euro comprala, ma ti dico che è proprio una lettura da mezzo pomeriggio (per questo non ho neanche fatto la recensione).

    • sì, mi pare che la protagonista è Mary Gentry? o qualcosa del genere! io ADORO queste distinzioni, per quanto sono malata mi sono letta il dizionario di fate e folletti d’Irlanda e duemila racconti, perciò l’ambientazione mi piace!

  • Ciao! Il libro l’ho tradotto io e a proposito del titolo, come potrai immaginare, non è una traduzione ma una invenzione della casa editrice. Effettivamente di specchi non ce ne sono :) Se ti interessa parlarne, scrivimi in privato! ;)

Recensione di Trix