Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza


Questa antologia della fantascienza curata da Fruttero e Solmi, uscita per la prima volta parecchi decenni fa, è veramente una pietra miliare: ci sono Bradbury, Brown, Simac e qualche altra decina di grandi maestri, di quelli che scrivevano quando ancora si poteva pensare che su Marte ci fossero le vestigia di una civiltà antichissima e su Venere creature acquatiche ghiotte di canne marcite e dotate, inaspettatamente, di intelligenza superiore. Roba anni quaranta, insomma.

La cosa che più mi colpisce, rileggendoli adesso, è come questi racconti fossero pieni di ottimismo per le sorti dell’umanità: si parlava anche di guerre galattiche e di delitti atroci (immaginare un genere umano finalmente avviato alla pacificazione evidentemente è troppo anche per la fantasia più sfrenata), ma tutto questo era ambientato comunque tra le stelle, su pianeti remoti che l’uomo sarebbe stato capace di raggiungere, sia pure per farci la guerra. Insomma, si dava quasi per scontato un progresso che ci avrebbe portato a superare la nostra stessa limitata essenza di bipedi di terra. A rileggerli oggi, e soprattutto a confrontare questi racconti con tutta la fantascienza successiva, salta agli occhi la differenza di atmosfera: gli autori successivi spesso non si schiodano dalla Terra e magari uno come William Gibson immagina una storia alternativa, in cui Babbage ha realizzato nell’ottocento la sua macchina alle differenze e Marx si è impadronito di Manhattan per farne una comune, in uno scenario fantastorico forse più cupo di quello che si è realizzato veramente; passando ai fumetti, il Batman degli anni ottanta è dark, tormentato, oscuro (è quello che ha ispirato l’ultimo film della serie, Il Cavaliere Oscuro, per l’appunto), e così il suo alter ego Marvel, Daredevil.

Niente ottimismo, niente stelle, niente viaggi nel tempo: l’invenzione non supera, ma esaspera la realtà, nel tentativo di metterne in luce gli aspetti più inquietanti. E dopo è stato sempre peggio, tanto che per poter parlare di mondi vergini e sbrigliare davvero la fantasia molti sono ricorsi al fantasy, che la realtà non la estrapola come la scienze fiction, ma la inventa di sana pianta. Sarà la mia memoria ad ingannarmi, ma mi pare proprio che la grande esplosione del fantasy (il novanta percento del quale non è imperdibile) risalga proprio agli anni ottanta, dopo i remoti (capo)lavori pionieristici e insuperati di Tolkien. La SF di questa antologia sarà anche datata, ma come non provare nostalgia al semplice lasciarsi scorrere tra le labbra il titolo… Le meraviglie del possibile: quando il meraviglioso veniva ancora ritenuto possibile.


Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza
A cura di S. Solmi e C. Fruttero
(Einaudi, collana Gli struzzi). Prezzo € 12,39

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