La Vita è Qualcosa di Straordinario – Lee Lipsenthal

Con questo piccolo libro ho avuto quel che si dice un “controverso colpo di fulmine”; l’ho visto tra le novità in libreria, e sono stata attratta dalla copertina, un cielo notturno trapunto di stelle, e dal titolo (che corrisponde ad una visione della vita quantomeno difficile da perseguire, soprattutto in certi momenti). L’ho aperto, ho pensato “oddio no, parla della morte, no”, e l’ho rimesso giù. Poi l’ho ripreso, e me lo sono portato a casa: fidatevi, ho fatto bene.

E’ vero, parla di morte; di quella dell’autore per essere precisi (nessuno spoiler, è il punto principale dell’intero libro). Ma non parla di dolore, di rassegnazione, di cuori che vanno in pezzi e di malattia: tutto questo è solo una breve cornice inevitabile, perché il cancro non porta con sè tanto di buono…a parte quello che l’autore stesso è riuscito a trovare. Volete sapere cosa è riuscito a trovare, in una tale situazione? verrebbe da dirvi di leggere, per capire, ma qualcosa posso anche anticiparvi: ha trovato poesia, magia, pace, musica, anima. Forse suona riduttivo e generico, ma non è così, gli elementi che ho appena nominato sono il filo conduttore di queste duecento pagine: come può una persona malata, che sa di dover lasciare a breve l’amore della sua vita e i suoi figli, un lavoro che adora ed una vita tutto sommato meravigliosa, andare avanti senza impazzire, senza disperarsi, senza spezzare ogni giorno il proprio cuore e quello di chi ha intorno? In un solo modo, a quanto pare: imparando l’arte di gustare ogni boccone del succulento panino che è la vita.
E non in maniera puramente filosofica, no; facendo yoga e camminando, andando in Inghilterra con la famiglia, ascoltando il rock preferito, immaginando e curandosi.

Mi piace pensare che questo sia un buon “comfort-book” per chi sta per perdere o ha perso una persona cara, o a chi pensa di perdere sè stesso.

Enjoy.

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Recensione di
Silvia Righetti

"Tutto quello che vedo mi ricorda qualcosa che ho letto in un libro... ma non dovrebbe essere il contrario? " (cit.); sono una grafomane, oltretutto, quindi dove altro pensavate di potermi trovare?

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4 commenti
  • Cara (mi permetto di darti del tu), ti prego, diffondi il verbo!

    Lavoro in osepdale ed ultimamente sono a contatto con la morte un po’ troppo spesso.Ma la morte c’è, è un dato di fatto.. non possiamo far molto.
    Quello che possiamo fare è iniziare a vedere la morte soto un punto di vista diverso, sorpattutto quando di mezzo c’è un cancro incurabile.
    Dovremmo (e qui parlo a nome della classe medico-sanitaria) accettare quando una cura non va e dovremmo lasciar morire in pace la gente, facendogli vivere il più serenamente possibile il tempo che gli resta.

    Di morte di parla sempre troppo o troppo poco e per i motivi più stupidi.
    Ma con questo libro tutti noi abbiamo la possibilità di cambiare le cose e di iniziare a vedere questa tematica da un altro punto di vista!

    ps: dimenticavo.. inserito nella “wishlist natalizia”! :)

    • Cara Farnocchia,
      a parte che neanche me lo devi chiedere, di darmi del tu…mi sembra ovvio di sì!
      ed ecco, quello che hai scritto tu rispecchia molto quello che penso: la necessità di guardare la morte in faccia con altro spirito rispetto a quel che si fa di solito… è difficilissimo, ma necessario. Lipsenthal conduceva dei seminari al proposito, sai? se non sbaglio aveva creato anche un’associazione, proprio per formare i medici e il personale ospedaliero a questo. Io l’ho trovato magnifico.

      Leggi questo libro, piano piano, e poi diffondilo se ti piace!

  • Io invece, nonostanti apprezzi molto libri come questo, non sono esattamente in un periodo della mia vita da potermi permettere simili riflessioni.
    Spero di poterlo comunque leggere presto! :)

  • A chi lo dici?! tra il tempo che manca e le tematiche di “finchè le stelle saranno in cielo” che mi stanno travolgendo aspetto di passare l’armonia natalia per buttarmi in una lettura del genere.

    Però il tema merita!

Recensione di Silvia Righetti