L’arte del racconto Signore e Signori.
Shirley Jackson, con quattro (apparentemente) semplici racconti, ci mostra tutta la sua abilità.
La lotteria – inizia in sordina, raccontando con semplicità la vita di un cittadina “normale” alle prese con la lotteria appunto. Gli elementi insani emergono pian piano (in quella squisita misura stilistica propria della Jackson) con la scoperta dei meccanismi della selezione: chi estrae, la scelta di un membro a famiglia, il malcontento e le dicerie.
L’autrice suggerisce alla nostra fantasia una immagine classica, di respiro rurale, per poi smontare pezzo a pezzo la nostra costruzione idilliaca e piazzarci una sorpresa destabilizzante.
Solo alla fine capiremo la verità e lo sgomento portato dalla Lotteria.
Lo sposo – viviamo l’attesa della sposa per il suo amato, la preparazione del matrimonio (un poco spoglia ma va da sé per una ragazza sola e giudicata poco appetibilie dagli uomini) che si celebrerà in mattinata.
I dubbi e le ansie si susseguono aumentando e affastellandosi sempre più; lo sposo non arriva , l’ora dell’unione è persa, la sposa preoccupata lo cerca.
Qui inizia la seconda parte del racconto che è un miscuglio di miseria e incertezze; credo che per ogni lettore ci sia una spiegazione alla vicenda. Resta per tutti una amarissima verità: le vita è illusione.
Colloquio – una donna va dal dottore . E’ da un po di tempo che la realtà le sfugge di mano. Bhè, diciamo che il dottore aiuterà lei e noi a capire che sicuramente qualcosa che non va c’è ma non necessariamente nella donna.
Mirabile racconto sulla follia e sulla percezione “capovolta”.
Il fantoccio – quando avrete letto questo racconto e avrete smesso di applaudire il gesto di Mrs Wilkins potrete apprezzare il gioiello costruito dalla Jackson.
Un racconto da smontare e rimontare per imparare i segreti della sua perfezione.
Un ventriloquo e il suo fantoccio il quale ha “catturato” tutta l’essenza negativa del manovratore: è sgarbato, scurrile, irrispettoso e questo non può che indispettire una signora per bene.
Come in tutte le opere di Shirley Jackson, la sottotraccia appena percettibile è quello che valorizza il narrato. Una maestra sublime nell’arte della scrittura.
Adoro i racconti, non trovo affatto sia un genere inferiore,anzi… Mi piace sia scriverli sia leggerli. Grazie di avermi fatto conoscere un libro nuovo.