Una donna che scompare da un palazzo. E un uomo che in quello stesso palazzo si trasferisce per vivere e per lavorare.
Una coincidenza? Cosa lega quest’uomo e questa donna?
Non è affatto una coincidenza, lo intuiamo fin da subito; e ciò che li unisce è il tema portante del libro: la passione per la letteratura, per la lettura e per i libri.
Vince Corso, il nostro protagonista, svolge una di quelle professioni che sono nate dalla crisi: il counselor. Ma la sua non è una consulenza qualsiasi, perché compito di Vince è quello di curare le anime con i libri. Ex insegnante precario, ora Vince è un biblioterapeuta.
Questo libro ha vinto il premio Scerbanenco ed è un giallo, sia per la tensione narrativa, sia per la vicenda della scomparsa della donna, cui segue l’accusa di omicidio del marito. Ma l’elemento preponderante, per come l’ho percepito io, è sicuramente la biblioterapia. Il nodo stesso dell’indagine viene sciolto da Vince tramite i libri. A ciò si aggiunga che gran parte della narrazione viene dedicata al suo rapporto con le clienti. Le lettrici sono infatti tutte donne (e non è un caso) e tutte si recano da lui per curare le proprie anime, graffiate, perdute, vendute, con l’ausilio dei libri. È bellissimo perché si apre uno scenario che si moltiplica; come se il libro contenesse tanti libri quanti sono quelli consigliati dal biblioterapeuta.
È un’idea affascinante, romantica, originale. Così è lo stile di Fabio Stassi: dolce, romantico, particolare. I capitoli stessi sono suddivisi non in numeri ma con le lettere dell’alfabeto, come se a scandire le parti fossero proprio le parole. E lo sono.
Perfino Roma, dove è ambientata la storia, da caotica si ammanta di un alone di magia.
C’è poi la figura del padre assente, l’ombra di un padre, cui Vince continua a mandare cartoline. E questo è molto singolare. Chi le manda più le cartoline? E ci sono altri elementi nostalgici, come la figura di un libraio antiquario, amico e consulente di Vince. Infine, ma non per ultimo, cosa c’è di più romantico di un protagonista solitario che ha per compagno un cane?
A creare la magia, il romanticismo, la malinconia, non è altro che la letteratura. Ritorniamo al tema portante di cui s’era detto all’inizio. Per usare le parole del protagonista “Non c’è nessuna coerenza nelle nostre vite. Ci siamo solo noi che la reclamiamo. A creare l’universo non può che essere stato uno scrittore fallito”.