La grammatica di Dio – Stefano Benni

Benni, Benni, Benni. Aimè, nemmeno lui è riuscito a farmi piacere un libro di racconti. Non c’è niente da fare: nella mia testa, un libro è fatto di una storia, corta o lunga non ha importanza ma deve essere una.

Nonostante questa diffidenza ho deciso di concedere una chance almeno a Stefano Benni, uno dei geni della lingua e letteratura italiana contemporanea.
È vero che ogni racconto è spunto di riflessione sui temi quotidiani che tutti quanti affrontiamo nel corso delle nostre giornate: la vecchiaia, la solitudine, il problema ambientale, l’amore, gli handicap, la cattiveria, i ricordi, ma è anche vero che nessuno di questi è riuscito davvero  a coinvolgermi.

Se devo parlare di Benni, allora vi dico Elianto, Saltatempo, Margherita Dolcevita. In questi libri si trovano dei personaggi così bizzarri, così inverosimili che non si capisce come ma, alla fine del libro, ti ritrovi appartenente al loro universo, alla loro storia, alle loro sofferenze (che seppur latenti, in Benni non mancano mai.)

Stefano Benni è un ottimo romanziere, le parole che escono dalla sua penna prendono forme e suoni mai sentiti prima e i suoi personaggi possono essere paragonati solo a quelli altrettanto originali di Pennac, ma… lasciamo perdere i racconti, d’accordo?

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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4 commenti
  • Posso suggerirti un ultimo tentativo? L'ultima lacrima, sempre di Benni. In particolare i racconti "Fratello Bancomat" e "Orfeo Mescalero": io li ho trovati stupendi. Ma, se proprio preferisci i romanzi (in fondo condivido) credo che non dovresti perderti "Spiriti", veramente stralunato; "Terra", che è fantascienza alla Benni; ma soprattutto il tenerissimo "Comici, spaventati guerrieri" e, a libro finito, l'allucinatissimo e quasi sconosciuto film che a quel libro si ispirò (molto liberamente: "Musica per vecchi animali"). Ci sono Dario Fo, Guccini e Paolo Rossi che si muovono a ferragosto in un lunare e deserto Laurentino 38, che già è lunare quando non è ferragosto (chi sta a Roma sa di cosa parlo).

  • Sottoscrivo il consiglio di capellidargento e ti consiglio 'L'ultima lacrima'. Sempre racconti, però a mio parere più belli di quelli che trovi ne 'la grammatica di Dio'…

Recensione di Sara D'Ellena