La figlia femmina – Anna Giurickovic Dato

Romanzo breve su una famiglia all’apparenza normale, dove la bambina subisce abusi da parte del padre e all’insaputa della madre; quest’ultima, qualche anno dopo, osservando la figlia adolescente sedurre il suo nuovo compagno, riconsidera alcuni trascorsi familiari alla luce dell’orrore scoperto.

La figlia femmina è privo di intrecci o sotto-trame ed è più descrittivo che introspettivo: non fornisce nessuna analisi né di pensieri e angosce della vittima (della quale descrive invece i comportamenti anormali) né delle motivazioni dell’aggressore (magari legate a una sua storia personale qui non prevista). La madre, cui è affidata gran parte della narrazione salvo per i momenti più oscuri, è l’unico personaggio dotato di un minimo di introspezione, ciononostante risulta il meno convincente: passa dall’iniziale cecità al successivo sguardo acuto per i dettagli; è incapace di parlare, decidere, reagire – solo di struggersi nel riconsiderare il passato.

Un po’ forzato il tentato “colpo di scena” finale sulle motivazioni della ragazza. Un libro che racconta ma non arricchisce il lettore, non riuscendo a colmarne la distanza con i protagonisti – forse per questo motivo provoca disagio, non aiutando a capire ma lasciando inermi spettatori frustrati, proprio come il personaggio della madre.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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