Io e Henry – Giuliano Pesce

Tutti, prima o poi, avrete provato quei periodi terribili, bui, dove tutto sembra incrinarsi in maniera pericolosa, periodi in cui la vita sembra divertirsi a metterci davanti ad una corsa ad ostacoli, pretendendo che noi, quella corsa, l’affrontiamo senza incespicare.

Così succede al protagonista di Io e Henry che però, a dire la verità gli ostacoli non sa saltarli, ma li prende tutti in pieno capitombolando più volte prima della linea di arrivo. Infatti dopo che la moglie lo ha lasciato per un filosofo francese, Tagliaferro non riesce proprio a farsene una ragione, non trovando soddisfazione nemmeno nel suo lavoro da giornalista visto che il suo capo gli affibbia solo articoli noiosi e di basso profilo.

E’ proprio durante un’ intervista per il giornale in un centro di salute mentale che Tagliaferro, sempre più depresso e paranoico, incontra il vecchio Henry che si presenta con “un maglione di lana multicolore (brutto come quelli di Bill Cisby ne I Robinson) e dei pantaloni cachi troppo lunghi, che si arricciavano sugli scarponi di pelle marrone. I capelli, tra il nero e il grigio, erano tutti scompigliati.”

Henry è evidentemente un paziente della clinica, uno di quelli con la testa e la chiacchiera veloce, con mille storie da raccontare e, soprattutto, mille pillole di saggezza che si tramutano in modus vivendi come ad esempio: “camminare è l’unica forma di trasporto che permette a un uomo di procedere eretto – come deve stare un vero uomo – sulle proprie gambe, contando solo sulle proprie forze.”

Insomma, il vecchio Henry è irresistibile per un’anima in pena come Io-e-Henry_prima_webTagliaferro che, alla fine, si convince ad aiutarlo in una missione segreta che prevede l’evasione dal centro di salute mentale per il recupero di un documento di fondamentale importanza per l’umanità.

L’autore, Giuliano Pesce classe ’90, è degno figlio della generazione cresciuta sotto l’incessante bombardamento mediatico di cui le pagine del libro sono zuppe: non mancano infatti riferimenti a film, canzoni, personaggi  famosi, citazioni, insomma un bel calderone che a volte straborda dai confini del racconto e può diventare fonte di distrazione.

Io e Henry è un romanzo piacevole e, anche se i lettori più smaliziati potranno intuire il finale della storia già da metà libro, questo non inficia sulla godibilità della storia e della sua morale:

«La pazzia a volte, non è altro che la ragione presentata sotto diversa forma.» – Goethe.

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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