Indian Take Away – Hardeep Singh Kohli

Hardeep Singh Kohli  è, principalmente, un uomo dotato di buona penna e buon appetito …e il secondo guida la prima, mentre entrambi si prestano per la scrittura di questo autobiografico diario di viaggio.
Hardeep Singh Kohli  è, anche uno scozzese-punjabi-sikh, un po' sovrappeso, molto nostalgico, pieno di domande, sufficientemente adattabile, e con una grande passione per i turbanti. Che c'entra con un diario di viaggio, tutto ciò? beh, tutto! è la trama, lo scheletro, la radice e la motivazione del libro: l'autore, le sue manie, i progetti, le passioni, la sua storia.

In generale, devo dire che con me parte avvantaggiato chi scrive (bene) di cibo …mi piacciono le descrizioni ricche, saporite, particolareggiate, stuzzicanti, che solo gli amanti del cibo sanno scrivere. L'altra cosa che mi piace, poi, è chi scrive dell'India: direi quindi che questo era il libro per me!

Si tratta di un lungo racconto di viaggio e di "pratica" culinaria (non "arte", attenzione: qui si parla di cucina improvvisata, un po' pasticciata, casereccia). Un viaggio alla riscoperta delle proprie radici e alla ricerca di risposte si trasforma via via in un percorso (a volte piuttosto tortuoso) che porta a svelare sè stessi, difetti & manie inclusi: Hardeep è proprio una persona normale, col quale sarebbe piacevole fare due chiacchiere a tavola, una persona interessante ma non certo un eroe, un avventuriero o un divo.
E questo si evince anche dallo stile: non si può dire che sia un libro eccellente …niente momenti di tensione, colpi di scena, scene epiche/drammatiche/colossali; ma è piacevole, a tratti divertente, e interessante sotto molti punti di vista.
Se c'è qualcuno come me interessato al cibo (come tipo di descrizioni siamo sul genere Mangia Prega Ama, per capirci) e affascinato dall'India "autentica", questo libro vale assolutamente la pena.

Enjoy!

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Recensione di
Silvia Righetti

"Tutto quello che vedo mi ricorda qualcosa che ho letto in un libro... ma non dovrebbe essere il contrario? " (cit.); sono una grafomane, oltretutto, quindi dove altro pensavate di potermi trovare?

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4 commenti
  • Questa recensione merita un'immagine altrettanto bella e soprattuto… in tema: qui sotto vedete il Golden Temple dei SIkh ad Amritsar, che oltre a lasciarti senza fiato per la bellezza è anche un posto dal quale non vorresti mai andar via. E il cibo c'entra tanto, perché hanno delle cucine gigantesche in cui preparano ogni giorno non ricordo più quante migliaia di pasti per i pellegrini, che nel tempio bivaccano per giorni e giorni. Non ho avuto il coraggio di chiedere un pasto sottraendolo a un pellegrino, ma il profumo ce l'ho ancora nelle narici.

  • l'avevo visto nel film Bride & Prejudice ..mi è sembrato uno spettacolo eccezionale! (anche se in questo libro non se ne parla proprio benissimo)

    grazie per le foto =*

  • E' eccezionale, te lo garantisco. Non so perché all'autore non piaccia, ma per lui che è Sikh le cose hanno senza'altro un significato diverso, con più sfumature. Noi, da poveri turisti gonzi, non possiamo fare altro che restare a bocca aperta, molto a lungo. che è esattamente quello che ci si aspetta da noi.

Recensione di Silvia Righetti