<< A volte si è talmente sofferto da essere in diritto di non dover mai dire: “Sono troppo felice” >>
Con tono divertito e leggero, con stile ironico e denso di sentita emozione al contempo, Dumas racconta, da vero affabulatore, una delicata storia d’amore e di “spionaggio” ambientata nell’Olanda del XVII secolo. I personaggi? Due coltivatori di tulipani, due condannati a morte perché prigionieri di Stato, uno sfuggente ed enigmatico Statolder, Guglielmo d’Orange, la bella e coraggiosa figlia di un grottesco e feroce carceriere. Sono rimasta stupita dalla semplicità e al contempo dalla particolarità con cui viene portato avanti il filo narrativo, l’intreccio della trama. Dumas è uno che scandaglia l’animo umano, nei suoi personaggi, con peculiare gusto, senza porvi troppi accenti dal pesante sapore psicologistico, ma mantenendo una certa levità di fondo tale da rendere la lettura gustosa, scorrevole, coinvolgente. Uno stile che ha caratteristiche del recitativo, della forma del racconto orale. Non è però facile, non è nel gusto del lettore contemporaneo, forse, questo stile. Il lettore moderno, mi sembra, sia ormai stato abituato alla complessità, alla retorica, al gusto per una scrittura problematica e a volte contorta. Gustare la genuinità di uno stile semplice, ma non banale, come quello di Dumas è forse difficile, per chi desidera provare emozioni forti, shockanti, per chi non si lascia più stupire dalla tenerezza di una sensibilità religiosa antica e incrollabile. Eppure per chi sogna ancora di immergersi nell’atmosfera forse ingenua, ma tanto vera, dei tempi andati, non potrà che apprezzare questo piccolo, meraviglioso romanzo.
Quindi mi confermi che Dumas ha uno stile scorrevore e poco ampolloso? Se è così, mi cimenterò presto ;)
A me ha emozionato parecchio leggerlo, sarò che sono un'inguaribile romantica… :P No, non l'ho trovato affatto ampolloso, più che altro ironico :)
Ampolloso Dumas?
No no, cara Delly, assolutamente no.
Non puoi non leggere Dumas, nonostante le tue (spesso) fondate remore nei confronti dei grandi classici.
Non puoi. u.u