Il linguaggio segreto dei fiori – Vanessa Diffenbaugh

Il linguaggio segreto dei fiori è un caso editoriale, in termini di copie vendute, di successo riscosso, e anche per come i suoi diritti siano stati contesi fra gli editori.

La versione che ho letto io è l’ultima, quella rilanciata da Garzanti a fine 2013, con quattro copertine diverse. A me è capitata la rosa, simbolo di eleganza. Effettivamente il linguaggio dei fiori è carico di fascino, di mistero e di attrattiva. Sebbene il libro sia immerso in questa atmosfera magica, la vicenda narrata è assai dolorosa.

Victoria, la protagonista, è un personaggio fragile e forte allo stesso tempo, e questo la rende molto umana agli occhi del lettore. Da bambina ha subito parecchie vicende di abbandono passando da una famiglia adottiva a un’altra, fino ad arrivare all’incontro con Elizabeth, l’unica con cui riesce ad instaurare un rapporto e a considerare la sua vera madre, nonostante la paura di Victoria dei rapporti umani e del contatto fisico. È proprio Elizabeth a trasmettere a Victoria il “linguaggio segreto dei fiori”. Anche Elizabeth ha trascorso vicende dolorose e soffre. Così entrambe finiranno per deludere l’altra e farsi del male reciprocamente, pur amandosi.

Il linguaggio dei fiori finirà per essere l’unica forma di comunicazione per Victoria, immersa nella sua solitudine, nella sua paura e diffidenza verso il mondo, ma diventerà anche il suo lavoro e, attraverso i fiori, aiuterà gli altri a fare ciò che lei non ha il coraggio di fare: comunicare.

Victoria si chiuderà in sé stessa, ma questo libro è anche una storia di rinascita e di coraggio. Sono proprio le persone che sembrano più fragili a riuscire a rialzarsi quando non capitolano, e ciò che dà la forza, il motore di tutto è l’Amore. L’amore che ha tante forme, fra un uomo e una donna, fra madre e figli (non necessariamente i figli naturali, come il muschio, simbolo dell’amore materno, che cresce senza radici), l’amore per se stessi.

Un libro scritto con uno stile scorrevole, che tiene il lettore incollato alle pail linguaggio segretogine, e che, nella sua semplicità, affronta temi importanti. La genitorialità cos’è è ? è quella naturale, o è l’amore che cresce giorno per giorno? Il tema del sistema degli affidi. La scrittrice è essa stessa madre affidataria, e vuole fare riflettere sul sistema di affido americano, ma direi che anche in Italia abbiamo i nostri problemi (insieme a tutti gli altri).

Un libro triste ma positivo allo stesso tempo, e la positività sta nella passione che riusciamo a mettere in ciò che facciamo, che sia il linguaggio dei fiori, che siano gli animali, che sia l’arte. È la passione che può salvarci.

 

 

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Recensione di
Miriam Caputo

Sono una divoratrice di libri, che ama la scrittura. Mi piace raccontare le storie che ho letto, ma anche inventarne di nuove e creare personaggi. Mi rispecchio in questa frase:
"Io voglio essere la trapezista, che fa il triplo salto mortale con il sorriso, la leggerezza, e non fa vedere la fatica dell'allenamento, perché altrimenti rovinerebbe il tuo godimento di lettore. Io voglio essere la trapezista e nulla voglio trasmettere della fatica del mio scrivere"
(Andrea Camilleri).

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2 commenti
  • L’ho visto sugli scaffali, ho letto la trama e…l’ho lasciato lì. Probabilmente per me non è il momento di affrontare una storia dolorosa, anche se il linguaggio dei fiori che è il filo conduttore mi affascina e mi interessa…chissà.

  • Il momento giusto o prima o poi arriva per ogni libro, di questo ne sono fermamente convinta. Ad ogni modo questa è una storia dolorosa ma di rinascita, non è un libro negativo.

Recensione di Miriam Caputo