Il giorno dei Trifidi – John Wyndham

Ci penso in questi giorni.
Annaffio la mia piantina da scrivania e la immagino un po’ troppo interessata alle mie dita.
La vedo avvicinarsi e tendere le radici verso la mia mano.
Tordo come sono penserei ad una presentazione ufficiale e invece sarebbe solo ora di cena.
Ovvio che non terrei un Trifido in casa, anche se fa un bel fiore, ma, si sa, spuntano ovunque.il giorno dei trifidi
Comunque, il Trifido in se per se é abbastanza gestibile.
Abbiamo un notevole vantaggio su di loro; noi abbiamo gli occhi.
In questo almeno siamo stati intelligenti – se creiamo una pianta velenosa e carnivora, in grado di camminare e con una propensione fastidiosa alla ciccia umana, quantomeno teniamoci un vantaggio!
Ringraziamo i Russi per questo (GRAZIE RUSSI!).
Ora, fin qui nessun problema se non fosse che la natura decide di fare uno scherzo da prete e la quasi interezza dell’umanità ci casca con tutte le scarpe.
Pronti! 1, 2, 3, guardate il bel cielo tinto di verde e sorridete. Fatto!?
Ancora.
Alzate la manina e salutate la cometa che passa, se ne va e vi porta via la vista.
Non ci vuole un genio per capire che le piante ora hanno un bel vantaggio, difatti loro mangiano la foglia (ahah!) e cominciano ad aggirarsi per il mondo che ormai é il loro discount di fiducia.
Ma, qualcuno non é incappato nella cospirazione della natura.
Qualcuno é stato talmente imbecille da guardare il proverbiale dito anziché il cielo che ne viene indicato.
Ecco i sopravvissuti.
Ci si rifà una vita!
I non vedenti vanno a tentoni e i vedenti a tentativi.
Nel mezzo sguazzano i trifidi che, a onor del vero, vengono tenuti a distanza ma sono pur sempre la razza con più possibilità di campare.
Bisogna gustare tutta la capacità narrativa post-apocalittica di John Wyndham per godere di questo libro.
Le questioni etiche affrontate senza buonismi irritanti, quelle culturali messe a contro bilanciare la pura sopravvivenza.
Nessuna sbavatura. Semplice, diretto e pungente come le braccia/fruste dei trifidi; e piantiamola (ahah!) una buona volta di sentirci intoccabili. I nostri antenati dinosauri lo sanno bene.

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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