Peyton è una ragazza molto carina, vive a Manhattan in un bell’appartamento con Barry, il marito dentista, e lavora occasionalmente per un’agenzia di viaggi, un impiego non troppo impegnativo. Il sogno americano, per lei, si è concretizzato.
Sì, Peyton ce l’ha fatta, a differenza del fratello tossico, della sorella separata, della madre fuori di testa. Tuttavia, il confronto non regge con i suoceri e la loro appariscente magione; inoltre Barry non è poi così affascinante, né la sua professione odontoiatrica si è rivelata particolarmente proficua; infine il sesso tra loro manca di trasporto.
Peyton non ha la più pallida idea di come superare questa noia esistenziale – anzi, non ha idee in generale. Le mancano cultura e buon gusto; quando si veste per uscire, risulta involontariamente provocante e spesso nel contesto sbagliato. La signora Amberg non ha il controllo su niente, soprattutto nel rapporto con gli uomini, che si approfittano di lei e della sua generosità sessuale.
Il romanzo viene giustamente accostato a “Madame Bovary”: descrive un’esistenza sprecata alla ricerca di un vago ideale d’amore che la banale vita borghese non può eguagliare; in questo senso, l’autrice ha scritto un libro molto lungo (pure troppo) ma a tratti divertente e tragicomico, con particolari piccanti e sensi di colpa. Altro che “Sex & the City”: qui troviamo donne ingenue che invecchiano perdendo di valore mentre uomini di tutte le età si prendono ciò che vogliono senza tanti scrupoli – in pratica, l’opposto dei consigli di Sherry Argov (autrice di “Falli soffrire”).
Regalatelo a un’amica, se volete farle capire che deve rispettare sé stessa e ciò che ha raggiunto.