Il corpo umano – Paolo Giordano

Ho letto il primo romanzo di Giordano, l’acclamatissimo La solitudine dei numeri primi, molto tempo fa, probabilmente poco dopo la sua uscita nelle librerie nel 2008 e, sebbene non ricordi perfettamente la storia, ricordo la sensazione che ho provato leggendo il libro: il disagio, l’emozione e poi l’idea di associare due persone a due numeri primi che ho trovato poetica e meravigliosa.

A metà della lettura de Il corpo umano mi è stato abbastanza chiaro che Giordano aveva deciso di scrollare via  il passato dedicandosi ad una storia completamente diversa quasi come se fosse un altro debutto sicuramente più maturo del primo ma probabilmente più freddo nonostante la tematica trattata.

Stiamo parlando di una manciata di giovani militari che conosciamo nei giorni immediatamente precedenti alla spedizione in Afghanistan della quale faranno parte e la quale sarà lo sfondo di praticamente l’intera narrazione.
Giordano non ci fa mancare niente: la ragazza arruolata, lo spaccone, l’introverso, il veterano, personaggi che a turno ci diranno qualcosa di loro attraverso le loro azioni, i loro ricordi, le loro speranze.

Il romanzo risulta estremamente realistico (per quanto una lettrice come me che non sa niente di guerra ne possa sapere) anche perché lo stesso Giordano ha avuto l’idea per il romanzo durante un reportage per Vanity Fair proprio nei luoghi dell’Afghanistan dove la sua storia avrebbe avuto luogo.

Sono ancora indecisa: mi aspettavo di sicuro una storia diversa (la copertina a mio parere è fuorviante e sembra che il cappello della divisa militare sia stato reso quasi invisibile appositamente per indurre i lettori a credere che la storia fosse simile al primo libro ), forse più simile al romanzo di esordio.

Quindi vi consiglio la lettura, ma solo se decidete di intraprenderla senza pensare ai numeri primi

NB un’altra recensione della Libreria Immaginaria potete trovarla qui.

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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3 commenti
  • Vedi i gusti?! A me “la solitudine” ha lasciato un nervoso addosso indescrivibile (insieme alla sorpresa nell’utilizzo dei numeri)! Quindi , da quello che dici, è meglio non legga questo romanzo, per evitare di mettere definitivamente una croce sopra Giordano..

Recensione di Sara D'Ellena