Il coraggio del pettirosso – Maurizio Maggiani

Come una buona intuizione, questo libro mi è capitato tra le mani per caso, complici gli sconti e un viaggio in treno che dovevo fare senza essermi portata niente da leggere (grave dimenticanza, che mi ha fornito la scusa di comprarmi un nuovo libro!!)
 
Il romanzo narra, nella prima parte, la storia di Saverio, figlio di un fornaio italiano e anarchico di Alessandria d'Egitto, cresciuto con la passione della libertà e con la nostalgia per il paese degli antenati. Il più caro ricordo che Saverio ha del padre è il suo racconto della storia del pettirosso:

Noi libertari si è pettirossi, coraggiosi come quell’uccellino di tanto tempo fa […] Allora c’era questo pettirosso, piccolo che lo tenevi nel pugno di una mano, ma con le sue idee che nessuno riusciva a togliergliele dal capo […]. Così che un giorno prese il coraggio a quattro mani e si presentò dal signor falchetto, il re degli uccelli del bosco. ‘Vorrei il permesso, signoria, di andare un po’ dove mi pare, tanto non darei fastidio a nessuno, piccolino come sono.’ […] Il falchetto s’adombrò immediatamente e fece la voce grossa: ‘Questa è una faccenda che non mi piace per nulla. Tu devi mettere la testa a posto e non star a disturbare con le tue pretese. Fila via o chiamo le gazze’. E nel dirgli questo, senza neppure farci caso, gli diede una zampata che gli artigliò a sangue un’ala. L’aveva pagata cara quell’uccelletto la sua smania di libertà. Ma testardo com’era, in due o tre giorni era di nuovo in aria a volare. Certo, alla bell’e meglio, che arrancava dietro alla sua aluccia offesa tutto di sghimbescio. […]. E tutti gli uccelli giù a ridere. E ridevano a crepapelle anche il signor falchetto e le sue gazze. Così che dal gran ridere nessuno si accorgeva che a ogni giorno che passava il pettirosso volava sempre un po’ più in alto del posto che gli avevano assegnato. E il giorno che il falchetto se n’è accorto il pettirosso oramai volava così in su che dall’alto prese a bombardare sul capo il re degli uccelli a colpi di cacatine.

La morte del padre costringe Saverio ad affrontare la sua confusa identità, le sue radici. Decide quindi di partire per un viaggio, all’inizio nel deserto, e poi in Italia, per cercare le origini della propria famiglia. Lì viene in possesso di un antico documento, probabilmente appartenuto ad un suo antenato, e al ritorno si impegna nello studio e nella faticosa ricerca.
Le successive parti del romanzo riguardano la storia di un fantomatico antenato di Saverio, così come lui la immagina, la sogna, la racconta ai suoi amici. Così la narrazione in prima persona della vita e delle ossessioni del protagonista lascia spazio ad una storia dentro la storia, con un ritmo più poetico, quasi un canto, ambientata nel 1500, gli anni dell’Inquisizione.
Quello che mi è piaciuto particolarmente è l’immersione in questa profonda e disperata ricerca del protagonista… per scoprire, alla fine, che alcune risposte si svelano quando Saverio decide di vivere appieno la vita, con tutti i suoi incontri…
La scrittura è coinvolgente e a tratti davvero musicale! e ci sono idee che ho trovato memorabili, come il paragone tra Dio e l’anarchia e il modo di considerare il comunismo. Insomma, consigliatissimo, vario, originale….

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