Il baule dei ricordi di carta #7 – Piccoli Brividi, R. L. Stine

Alzi la mano chi non ha mai letto uno di questi volumetti formato mignon, con i bordi delle pagine verde fosforescente – che nel tempo scolora in un giallino acido – e gli adesivi glow-in-the-dark dei mostri da staccare sulla quarta di copertina. Credo proprio pochi, i Piccoli Brividi sono stati un’istituzione per i divoratori di libri in erba della mia generazione: almeno uno l’abbiamo letto tutti.
 
Io, che ho sempre avuto una passione per qualsiasi cosa sconfinasse nell’horror, nel mistero e nell’inquietudine sinistra – passione che qualche anno più tardi mi avrebbe portato a macinare le pagine dell’opera omnia di Stephen King – ne leggevo in quantità industriale, li collezionavo perfino.
Lo stile di R. L. Stine (al secolo Robert Lawrence) è semplice, immediato, molto dialogico e perfetto per una lettura veloce ma che davvero ti inchioda sino all’ultima pagina. È capace di disseminare tutta la storia di piccoli dettagli all’apparenza insignificanti, ma che messi insieme non sono altro che le tessere di un puzzle capace di svelare la soluzione del mistero.
 
I suoi racconti sono sempre grotteschi, capaci di farti “morire dal ridere” poiché gettano una luce di umorismo nero sulla paura. I protagonisti sono sempre ragazzini in quell’età difficile compresa tra i dieci e i tredici/quattordici anni, riprendendo il filone americano dei film sui teenage monsters che altro non sono che i ragazzi stessi, intrappolati in un corpo e in un’età che crea loro mille problemi, che li fa sentire dei mostri ogni volta che si guardano allo specchio, che fa nascere dentro di loro inquietudini e sentimenti strani che non sono capaci di definire con chiarezza.
 
Il finale non è mai, mai quello che ti aspetti: Stine è capace di ribaltare il tutto all’ultimo momento, nelle ultime pagine, addirittura nelle ultime righe, presentandoti uno scenario così diverso dalle premesse iniziali che non ti saresti mai aspettato, ma che allo stesso tempo ti fa dire “sì, certo che è così, come ho fatto a non pensarci prima?”. Alcuni tra i titoli che ho preferito, ancora reperibili in libreria o nelle biblioteche: “Un insopportabile ronzio”, una versione teenager de La Mosca con un ragazzino che si ritrova intrappolato nel minuscolo corpo di un’ape; “Il campeggio degli orrori”, con un ameno villaggio vacanze che nel finale si rivelerà davvero ciò che non ti aspetti; “Al mostro, al mostro!”, che ci ricorda la saggia massima che i mostri non sono mai quelli che sembrano…
 
Con una scrittura a metà tra il quotidiano e il fantastico, Stine ci accompagna per mano in questa landa desolata popolata da mostri e gente ostile, dicendoci che alla fine dei conti è tutto normale, è la vita e ci siamo passati tutti, e un giorno – che ora ci sembra lontanissimo – saremo capaci anche di riderci sopra, di sorridere di tutte le paure e i problemi che all’epoca ci sembravano insormontabili.
 
Piccola informazione di servizio: Il Baule dei Ricordi di Carta ad agosto va in vacanza, ci rivediamo qui lunedì 5 settembre! Buona estate a tutti e, mi raccomando, approfittate delle ferie per leggere montagne, tonnellate, universi di libri! ]

Condividi
Recensione di
MaddalenaErre
Vedi tutte le recensioni
5 commenti
  • Spettacolo i piccoli brividi! Ne avevo veramente tantissimi e mi ricordo ora che ad un certo punto hanno anche cominciato a darli in tv!

    Buone vacanze! Io rimarrò al chiudo tutta l'estate

  • grazie:) argh, ma vedila così…più tempo per leggere tra un lavoro e l'altro!

    Non scappo per tutto il mese comunque, può darsi che posterò qualche recensione libera nel frattempo – ho la famigerata chiavetta con me! – ma dato girerò qua e là tutto il tempo non credo sarei riuscita a mantenere una scadenza fissa per Agosto :)

Recensione di MaddalenaErre