I giorni dell’abbandono- Elena Ferrante

Olga, è una donna trentottenne madre di due figli, che da tempo combatte le sue personali nevrosi, quando ad un tratto si ritrova a dover affrontare i giorni dell’abbandono, ossia l’immediata realizzazione di essere stata lasciata dal marito per Carla, una donna molto più giovane di lei.

Nonostante i numerosi sforzi, non riesce a reagire davanti all’evidenza dei fatti, e la sua mente diventa un mare moto incapace di concentrarsi anche sulle cose più semplici, anche quando le priorità imposte dal buon senso, come i figli, dovrebbero costringerla a tornare alla realtà. Al contrario, le giornate diventano un susseguirsi intollerabile di cose da fare, e niente sembra così importante come l’analisi della sua fallimentare relazione che si intrude in ogni riflessione di tipo pratico.
La narrazione in prima persona catapulta il lettore nella mente confusa della protagonista, nei suoi ricordi, nelle sue giorni-dell-abbandono-elena-ferrante-300x466fantasie crude e soprattutto nella sua profonda angoscia.

Solitamente ascoltiamo vicende di questo genere al telegiornale, dal parrucchiere, o in un romanzo, e se da un lato mostriamo interesse, all’ altro restiamo in un limbo che garantisca un certo distacco emotivo. Ebbene preparatevi, perché ogni tentativo di distacco risulterà vano. Non sono mai stata sposata, e tantomeno abbandonata, ma l’empatia che si sviluppa con questo personaggio è impossibile da schivare, il senso di angoscia che trasmette è paragonabile a quello di un thriller psicologico di cui si ha paura di scoprire il finale.

Avvicinandomi all’epilogo, sono stata sopraffatta da un senso di ambivalenza, divisa tra la voglia di divorarlo e il terrore di scoprirne la conclusione, tanto che (ammetto la debolezza), sono stata costretta a cercare lo spoiler su internet per essere psicologicamente preparata agli eventi.
Un libro davvero intenso, che mette a nudo una situazione difficile, spiega la separazione come un lutto che attraversa fasi complesse e dolorose prima di dirigersi verso la rinascita, o l’oblio. Fortemente consigliato a tutti coloro che “non sanno mettersi nei panni di” ; se anche durante questa lettura non ci riuscite, potete ufficialmente ritenervi sociopatici.

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Recensione di
Margherita Gabba

Sono Margherita, ho 30 anni e faccio il medico di Pavia. Amo la narrativa, soprattutto quella che pone l’ attenzione sulla psicologia dei personaggi. Tra i miei autori preferiti troverete Nevo, Franzen, Grossman e Svevo. In sintesi mi definirei una lettrice egocentrica; mi piace ritrovarmi nelle parole di altri, i fortunati scrittori che hanno il dono di sapersi raccontare nero su bianco. Ogni libro è un incontro e serve il giusto tempismo per amarlo davvero, per far scattare la scintilla che trasforma una bella lettura in un ricordo prezioso.

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