Giulietta Squeenz – Pulsatilla

Mai mi sarei avvicinata a un libro del genere se non fosse per l’amica con cui ho creato un Duo del Libro, in cui leggiamo capolavorispazzatura e storie insolite e lontane dalle nostre corde. Giulietta Squeenz, un libro che non avrei mai comprato da sola, per l’esorbitante costo deciso dalla Bompiani (16 euro!!! Per sole 209 pagine? Questi so’ppazzi!), ma che per fortuna ho trovato scontato. Di solito ho troppi limiti (leggi: pregiudizi) per spendere soldi in letteratura umoristica (italiana, per di più), ma la trama letta e riletta su internet mi attirava come una calamita, e così mi sono convinta e ho iniziato questa nuova esperienza.

Giulietta Squeenz è la storia tragicomica di una bambina, che impariamo a conoscere dai suoi primissimi secondi di vita (e ad amare dalle primissime righe del romanzo), che vede il mondo a modo suo: ama i gatti, che però non se la filano; riceve l’attenzione di topi sgraditi, e telefona ai vari criceti susseguitisi in casa della nonna. Fa provviste di salviettine umidificate per eventuali catastrofi naturali che potrebbe trovarsi ad affrontare, e non fa mai il pisolino: scappa in paese, invece, a fare scorta di pizzette (400 grammi), che si spazzola durante i suoi vagabondaggi pomeridiani. Alla veneranda età di 8 anni incontra l’amore della sua vita, Daniele, che sarà oggetto di tutte le conversazioni che Giulietta ha con il suo migliore amico, il Mostro. Ah già, parla anche di suicidio, col Mostro, perché a Giulietta, ragazzina che porta un nome così tragicamente shakespeariano, sembra non esserci nessun’altra soluzione plausibile per concludere la sua esistenza.

Un mondo raccontato attraverso gli occhi irrimediabilmente cinici, ma anche incredibilmente ingenui di una bambina di otto anni, fa ridere il lettore ogni due pagine, circa. Battute taglienti si alternano a considerazioni filosofiche su una vita già così grama per un essere umano ancora così piccolo. Il tutto legato da una trama che potrebbe essere definita “una storia d’amore per ripicca”, che troverà il suo culmine solo in una manciata di pagine, troppo poche, secondo i gusti di Giulietta, per un tormento che la strugge da tutta la vita.

La prima parte legata all’infanzia e alle sue disavventure e ai suoi pensieri mi ha fatto morire dalle risate, letteralmente. Mentre leggevo, capitava che scoppiavo a ridere senza un perché, al punto che mia sorella è arrivata a guardarmi sospettosa, chiedendomi se mi sembrava normale ridere da sola. Dopo l’adolescenza la storia è ha assunto un colore più serio. Sempre tratteggiata da battute umoristiche e considerazioni ciniche, questo sì, d’altronde questo stile marchia a fuoco il romanzo come un contadino marchierebbe la sua mucca, ma la base del racconto diventa tragico in certi momenti, triste in altri, e nel complesso pieno di una profonda amarezza da cui non c’è via di fuga.

Nel complesso è una storia che fa piacere leggere, che ti fa tenere il libro aperto in continuazione, per scoprire cosa succederà nella prossima pagina, nel prossimo capitolo o per scoprire semplicemente quale sarà la prossima battuta di questa ragazzina disillusa. Ti fa passare due giorni in allegria, ma compratelo in economica, per favore. 16 euro sono davvero troppi.

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Trix
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