Fly on the wall – Rupert Smith

L’espressione “Fly on the wall” indica un programma televisivo in cui si osserva lo svolgimento della normale vita dei protagonisti; in questo caso “normale” risulta un eufemismo.

Il programma immaginato da Rupert Smith si intitola “Elephant and Castle” e riguarda un quartiere “a Sud del Tamigi”, dove troviamo vari freaks le cui vite non sono avvezze ad andare in prima serata: un gigolò, una m2f (ex uomo ora donna affascinante), due attempati ma arzilli “queen” che gestiscono un giro di prostituzione maschile, una signora che porta a spasso il cane dentro un passeggino, uno spacciatore, una ragazza segretamente innamorata della migliore amica, una donna sovrappeso con il vizio della chiacchiera…

Questi protagonisti verranno mandati in onda da un piccolo team televisivo, creando un programma con alterna fortuna che corromperà proprio la sua ragion d’essere, ovvero: la genuinità dei personaggi; tutti i loro sogni per una vita migliore, infatti, subiranno l’influenza delle telecamere o di chi sta loro attorno, come nel caso dei genitori della bellissima sedicenne Debbie. Gli scrupoli svaniranno e tra i pochi a loro agio sguazzando nel torbido troveremo le due queen a cui Smith fornisce gli scambi più taglienti:

– Now, he comes to us, fresh out of the army, head full of dreams, nothing in his pockets, and a lot of people would just turn their back on him.

– You certainly did.

– But not us. We’re quick to spot the potential and to bring it out into the open.

– Took You about 20 minutes.

Se da una parte questo romanzo mi è sembrato un po’ lungo, dall’altra ammetto che mi capita con quasi tutti i testi in inglese. Tanta carne al fuoco, vista la varietà dei personaggi, ed è facile tifare per qualcuno, un po’ meno dover aspettare di conoscere l’evolversi delle storie altrui, ma è giusto così: si tratta di una storia corale dai tanti intrecci.

Rupert Smith descrive un mondo cinico, violento e disperato – pulp, forse. Una storia strampalata, divertente e commovente insieme.

flyonthewall

Condividi
Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

Vedi tutte le recensioni
Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

2 commenti
  • Mi interessa, anche il tono mi sembra un po’ troppo cupo per i miei gusti (e soprattutto per il periodo che sto passando). Mi posso arrischiare a mettere le mani su questo libro, o potrei finire ancora più di cattivo umore di quanto sono adesso?

    • Be’, ci sono momenti più difficili per qualcuno dei personaggi, ma nell’insieme i toni sono sull’allegro-strampalato. In fondo è una commedia pulp, quindi buona lettura :)

Recensione di Antonio Soncina