Il romanzo comincia con la voce narrante di Jake – per usare un’espressione abusata quanto la stessa caratterizzazione: un duro dal cuore tenero che si macera per la donna che lo ha lasciato. Concedo a tale banalità ancora qualche pagina.
Un capitolo più avanti, una narrazione in terza persona introduce il personaggio tragicomico di Chuckie, la cui storia è talmente bislacca da farmi abbandonare “Eureka street”.
Mi dedico ad altre letture e riprendo da capo questo romanzo concedendogli, data la lunghezza, qualche ulteriore capitolo: finalmente trovo una storia spesso sopra le righe ma ambientata in una Belfast mai troppo abituata a tensione, scontri, violenza, vittime.
Proprio la città è la vera protagonista e il romanzo è un omaggio a lei rivolto, attraverso le parole agrodolci di Jake o le strampalate avventure di Chuckie: ecco che i personaggi sono dei pretesti. Il momento più drammatico è quello descritto in maniera più riuscita ma ci vuole pazienza: arriverà a circa metà di questo libro d’amore e di riflessione.