È la vita Joy di Neil Dunn fa parte della collana bittersweet, curata da Daria Bignardi, nella quale la casa editrice Sonzogno rispolvera classici rosa del passato. Questo romanzo è del 1967, ma definirlo solo un rosa è a mio parere riduttivo. L’attenzione non è rivolta semplicemente alla vita sentimentale di Joy ma anche alla vita e alle difficoltà delle classi lavoratrici nella Londra degli anni sessanta. Questo nel libro come nel film “Poor cow”, il film d’esordio di Ken Loach tratto dal romanzo.
Joy è molto giovane, rimane incinta di Tom, lo sposa, ma Tom è un poco di buono e finisce in carcere.
Joy rimane sola con un bambino, torna a vivere dalla zia Emm, una donna povera che vive di assistenza sociale. Joy vuole di più dalla vita e si innamora di Dave, amico di Tom. Anche Dave vive di espedienti, ma è molto diverso da Tom, perché è dolce, premuroso nei confronti di Joy e del suo bambino. Con Dave Joy trascorrerà i momenti più belli della sua vita, fino a quando una rapina andata a male non le porterà via anche lui…
La narrazione si dipana da una terza persona quella del narratore, alla prima persona dal punto di vista di Joy, alle lettere che scrive a Dave in carcere, mentre la sua vita lavorativa e sentimentale prosegue, anche se lei rimarrà per sempre innamorata di Dave.
Questa narrazione da più punti di vista all’inizio mi ha un pochino disorientata, ma proseguendo nella lettura il libro scorre. Molto brava è l’autrice anche con i diversi registri narrativi, perché le lettere che scrive Joy sono appositamente sgrammaticate , cosa che caratterizza meglio il personaggio nella sua povertà materiale e culturale. Leggetelo non se cercate emozioni da mozzare il fiato ma un interessante spaccato di vita. Sono molto tenere le descrizioni dei momenti di Joy, mamma, con il suo bambino Jonny, allo stesso tempo il libro è a tratti crudo, come è la vita, oltre che sincero, onesto, reale.
“Tanto vale fare progetti, anche se non si realizzano mai… I sogni sono tutto quello che hai, la vita si riduce a questo, in realtà, una lunga sfilza di desideri che non si avverano mai, vero Jonny?”