Divorzio all’islamica a viale Marconi – Amara Lakhous

"A Roma mi chiamano l'egiziano e al Cairo l'italiano". Né carne né pesce, vuol dirmi Galal. Come essere dappertutto e da nessuna parte.

Devo dire che mi aspettavo di più da quello che la copertina del libro, citando Enzo Golino, definisce "il più originale degli immigrati che scrivono in italiano". E forse avrei dovuto cominciare dal famoso Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, di cui in giro ho sentito dire bene. E che di certo leggerò, anche se con meno entusiasmo di quello che avevo iniziando questo libro.

Divorzio all'islamica è un romanzo a due voci. Da una parte Christian/Issa, giovane siciliano con una perfetta padronanza dell'arabo, ingaggiato dal SISMI per fare la spia tra gli immigrati musulmani di Viale Marconi. Dall'altra, abbiamo Safia/Sofia, giovane egiziana residente in viale Marconi. A turno, i due personaggi offrono una prospettiva speculare e complementare del fenomeno dell'immigrazione in Italia: Christian, infatti, che è italiano a tutti gli effetti, per restare sotto copertura deve vestire i panni di un giovane immigrato tunisino, e vivere di precarietà e scomodità con gli altri immigrati come lui, in un appartamento fatiscente e sovraffollato, fra lavori precari e permessi di soggiorno che non arrivano mai.
Safia, invece, offre il punto di vista di una giovane e intraprendente ragazza egiziana, divisa tra un interesse per la cultura italiana e il desiderio di rifarsi una vita indipendente a Roma, e l'osservanza della propria religione, che è la base più importante su cui costruire la propria identità, ma che le impedisce di comprendere certe caratteristiche della società italiana. O forse, è la mentalità italiana che si dimostra gravida di idee in fin dei conti discutibili, per uno straniero, anche se alcune sue caratteristiche sono del tutto vicine agli aspetti più deleteri dei paesi mediterranei, gli stessi da cui gli immigrati in Italia intendono rifuggire.

L'aspetto più interessante di questo romanzetto è dato appunto da questo incrociarsi di punti di vista: per il resto, la trama è inconsistente, e serve solo a reggere i due protagonisti nei loro monologhi. Gli spunti i riflessione che questi offrono sono buoni, alcuni molto interessanti ed illuminanti nel loro inquadrare l'Italia in uno sguardo esterno, diverso dal nostro. Altri sfruttano, volontariamente, i clichés costruiti attorno all'immigrazione musulmana, talora sfatandoli, tal'altra rileggendoli in un'ottica più complessa ed articolata.
Ne emergono due identità complesse, ibride. Chi è il vero "arabo", e chi l'italiano? E queste due entità possono essere definite con certezza? E ha davvero senso distinguerle? O forse il piccolo, casalingo dramma di Issa e Sofia è che entrambi, in fondo, nel loro essere culturalmente ibridi, non sono né carne né pesce?

Tutto ciò è davvero originale, ma se torniamo ad occuparci delle caratteristiche della narrazione… beh, son dolori! Oltre alla storiella francamente inverosimile, il finale è uno di quei delitti contro il lettore che ti fanno venire voglia di sbattere il libro sulla parete e andare a schiaffeggiare lo scrittore personalmente. Una chiusa di un paio di cartelle che non spiega niente, lascia tutto a metà, e basta. Un po' come trovare un biglietto dell'autore tra le ultime pagine che si rivolge al lettore così: "Hai letto fin qui? Hai seguito la storia? Bene, io, che sono l'autore, mi sono rotto! Ciao". Quasi quasi, consiglio di leggere il volume fino a p. 180, e non andare oltre. Meglio un libro non finito, che un libro finito male. Io ho dato tre stelline anobii all'impegno e l'originalità e leggerezza dell'impostazione. Ma il finale fa veramente schifo!

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Recensione di
Redazione
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4 commenti
  • Nonostante la nota negativa che ammetti per la trama e il finale, mi sembra un libro che affronta una tematica davvero importante, e magari, da quel che ho capito, lo fa in maniera molto originale, in questo gioco speculare di visioni intrecciate dei due protagonisti. E' un vero peccato comunque che lo scrittore sia stato incapace di sostenere una trama e una chiusa adeguata…misteri dell'editoria…! :)

  • Caspita, che bella recensione!
    Il romanzo in questione ha tentato anche me, lo ammetto, ma visto quello che scrivi direi che perde posizioni nella mia coda di lettura.

    Buona settimana!

    ClarinetteM

Recensione di Redazione