Declino e caduta di praticamente tutti – Will Cuppy

Divertente, ironico, da far morir dal ridere.

Declino e caduta di praticamente tutti è un volume davvero bizzarro. Conoscendo un minimo di storia, questo libro vi farà davvero scompisciare dalle risate. Cuppy racconta alcuni dei personaggi più noti e chiacchierati delle pagine di storia, in una chiave nuova, divertente, intrisa di sarcasmo. Cuppy tratteggia i caratteri di questi personaggi che tutti noi abbiamo incontrato durante la nostra carriera scolastica. Abbiamo imparato a conoscerli, a raccontarli, a ricordare le loro gesta, ma Cuppy non si limita a far questo: egli, anzi, scandaglia tutti i dettagli di quegli eroi (e antieroi) tratteggiai nelle pagine di ogni libro di storia.

Cuppy sottolinea tutte quelle particolarità più singolari e fuori dal comune, alcune tenute nascoste dalla storia, altre che sono andate perdute, altre ancora talmente specifiche da essere ormai confuse con il personaggio stesso.

Così, alcune delle invenzioni più famose della storia vengono descritte in modo irriverente e scherzoso. Un esempio può essere la descrizione della piramide, inventata da Imhotep durante la III dinastia d’Egitto. Su questo argomento, Cuppy scrive: “Imhotep il Saggio ebbe l’idea di nascondere la salma reale e i suoi tesori in un monumento così visibile che non poteva in alcun modo passare inosservato a ladri e sciacalli. Naturalmente le piramidi vennero continuamente spogliate del loro intero contenuto, ma per secoli i faraoni continuarono imperterriti a costruirle prima di accorgersi che forse non erano un nascondiglio sicuro”.

Cuppy ci da anche un’interpretazione differente della vita di alcuni grandi uomini. Per esempio, di Alessandro Magno scrive: “A dodici anni addomesticò Bucefalo, il suo cavallo preferito e nello stesso anno, a cuor leggero, spinse Nectanebo, un astronomo in visita, in un pozzo profondo rompendogli l’osso del collo mentre stava illustrando le costellazioni. Non è mai stato completamente provato che sia stato Alessandro a dare una spinta al vecchio, resta il fatto che prima erano in piedi vicino al pozzo e poi, all’improvviso, Nectanebo non c’era più”. Oppure, riguardo a Federico Guglielmo I, padre di Federico II detto il Grande, scrive: “Risolse anche il problema della disoccupazione: usciva di casa alla ricerca di disoccupati e quando ne trovava qualcuno lo colpiva dietro l’orecchio con una pesante canna di bambù. Non era un metodo propriamente scientifico, ma funzionava”.

Irriverente e sarcastico, Cuppy non fa sconti proprio a nessuno. Ma la sua nocuppy_declinon è una vena denigratoria o critica: il suo obiettivo non è quello di bollare i grandi eroi della storia con un marchio negativo. Anzi! Egli vuole raccontare tutto in un formato che sia accattivante, facilmente leggibile da chiunque e divertente. A nessuno piace studiare forzatamente, né si può imparare per bene qualcosa senza che quel qualcosa non sia interessante. Cuppy utilizza questo sarcasmo anche per avvicinare i lettori ai personaggi che descrive: in questo modo, egli ne elimina l’incompatibile superiorità, trascinandoli sullo stesso livello dei comuni mortali. Sentendosi, così, più vicini e affini a questi grandi eroi, i lettori hanno modo anche di comprenderli, di notare le somiglianze o le differenze con i caratteri “normali” con i quali hanno rapporti quotidiani, oltre ovviamente a conoscere alcune caratteristiche finite nel cassetto polveroso della storia.

Cuppy continua la sua analisi descrivendo simpaticamente alcune verità storiche. Ad esempio dichiara l’assoluta differenza esistente tra romani e cartaginesi in questo modo: “I romani e i cartaginesi erano molto diversi tra loro nel carattere e nel temperamento. I cartaginesi non avevano ideali. Tutto quello che volevano erano i soldi, fare un po’ di casino in giro e spassarsela. I romani erano severi e austeri, vivevano in modo frugale e aderivano alle tradizionali virtù latine, la gravitas, la pietas, la simplicitas e l’adulterio. Cartagine era governata dagli uomini più ricchi ed era pertanto una plutocrazia. Anche Roma era governata da uomini ricchi e quindi era una repubblica”. Dichiarazioni simili possono far storcere il naso di uno storico, ma è impossibile dire che non strappano una sincera risata.

Prima di scrivere questo libro, Will Cuppy si documentò abbondantemente sull’argomento che andava ad affrontare. Si dice, infatti, che Cuppy leggesse tutti i libri, volumi, riviste, articoli e tutto ciò che poteva essere umanamente letto, prima di iniziare a scrivere anche solo una parola sull’argomento. Non oso immaginare quanti anni di letture gli ci son voluti, prima di scrivere un libro così vasto. Non era di certo uno sprovveduto, ma anzi un vero e proprio cultore, un appassionato!

Declino e caduta di praticamente tutti è un ottimo libro, che fa ridere e sorridere, lasciandoci anche liberi di leggere molte notizie curiose e particolari e di imparare ad amare la storia.

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Recensione di
Federica Bruno

Lettrice affiatata, non riesco a smettere di scrivere, scrivere, scrivere. Amo i libri gialli, l'ironia e la parmigiana di melanzane.

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