Dalla libreria al cinema #8 – Amleto

Sono dell’opinione che tutti dovrebbero leggere, almeno una volta nella vita, qualcosa di Shakespeare. dalla libreria al cinema #8 - AmletoPerché il bardo è stato uno psicologo ante litteram che ha messo in scena i tormenti dell’animo umano, i personaggi delle sue opere sono un meraviglioso guazzabuglio di luci e ombre.
Nei suoi testi, infatti, non c’è un eroe positivo completamente senza macchia e senza paura così come anche l’antagonista più terribile rivela un lato pavido, con il suo corollario di rimorsi e timori.
Il dramma di cui mi accingo a parlarvi non sfugge a questa regola.
Amleto, principe di Danimarca, ha l’animo sopraffatto dal dolore per la perdita del padre e per lo sdegno per aver visto la madre convolare troppo velocemente a nuove nozze con il cognato Claudio, fratello del defunto re.
La misura è colma quando lo spettro del re si palesa al figlio rivelandogli di essere stato assassinato per mano di Claudio.
Amleto decide quindi di fingersi pazzo per poter compiere la sua vendetta.
L’esasperazione di Amleto è figlia di un ardente amore filiare e di una nobiltà d’animo che non può rimanere muta di fronte al fratricidio ma al tempo stesso è una rabbia cieca, che finisce per travolgere tutti quelli che incontra sul suo cammino, colpevoli o meno, fino ad arrivare al terribile epilogo.

Hamlet_poster_Mel_GibsonNel 1990 è uscito nelle sale un piccolo gioiello per la regia di Franco Zeffirelli, con musiche di Ennio Morricone e scenografie del pluri premio Oscar Dante Ferretti.
I puristi storceranno di certo il naso di fronte ad alcuni rimaneggiamenti della sceneggiatura (la scena iniziale del film è un’invenzione del regista ad esempio). Io invece ho apprezzato l’intento di Zeffirelli di dare un taglio decisamente cinematografico, di respiro più ampio rispetto al canonico impianto scenico teatrale.
Bellissima la scenografia, con esterni girati in luoghi di una bellezza senza tempo; notevoli i dialoghi, che pur rispettando la drammaticità del testo originale, sono stati spogliati dell’eccessivo pathos con cui spesso vengono recitati per renderli più diretti e fluidi.
Un film che vanta un cast molto interessante: Mel Gibson ben calato nel ruolo dell’allucinato Amleto, Glenn Close ,nel ruolo della regina Gertrude, dosa con maestria frivolezza e tensione come il suo ruolo richiede, una giovanissima Helena Bonham Carter, non ancora moglie e musa di Tim Burton, dà vita al virginale riserbo di Ofelia.
La versione italiana è impreziosita da un doppiaggio d’autore: Giancarlo Giannini presta magistralmente la voce al protagonista ed Enrico Maria Salerno dà voce allo spettro del re.
Imperdibile il celeberrimo monologo Essere o non essere…

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Recensione di
pistacchina
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3 commenti
  • il film non l'ho visto, anche se ne ho molto sentito parlare; di tutti questi, solo Helena Bonham Carter proprio non ce la vedo, nel ruolo di Ofelia ..

    parlando di Shakespeare, però, consiglio a tutti ogni versione cinematografica firmata/interpretata da Kenneth Branagh: è un maestro!

  • L'Amleto di Kenneth Branagh è bellissimo. L'ho visto al cinema quando uscì e da poco ho visto a casa la versione da 4 ore. Nella recensione ho preferito raccontare solo della versione di Zeffirelli solo perchè credo sia più appetibile anche per coloro che non prediligono i classici. 
    Ma ho in programma di recensire "Molto rumore per nulla" ;)

  • Molto Rumore per Nulla è appunto uno dei MIGLIORI IN ASSOLUTO. insieme anche a Sogno di Una Notte di Mezz'Estate, in cui la scelta degli attori è fantastica!

Recensione di pistacchina