pistacchinaLeggere le pagine di Bar Sport (di cui ci aveva già parlato Ingelo) mi ha catapultata di botto negli anni della mia infanzia: i fantasmagorici, coloratissimi, psichedelici anni ’70.
In un’epoca pre cellulari, pre internet, dove le ordinazioni del bar le portava a domicilio ancora il “cinno” in bicicletta, Stefano Benni tratteggia con surreale ironia la storia degli avventori fissi e occasionali di questo bar di provincia con le interminabili partite a carte, le paste in vetrina, il telefono a gettoni e la tombola di Natale.
Un umorismo assurdo e geniale che travalica il tempo (a 36 anni dalla sua pubblicazione è un libro ancora modernissimo) e che ci fa ridere e annuire come a dire: “E’ vero! Un 
tipo così l’ho conosciuto anch’io!”
Lo scorso anno il regista Massimo Martelli si è voluto cimentare con l’impresa non certo semplice di dirigere la trasposizione cinematografica.
Ammetto di essermi accostata al film con un pregiudizio negativo dato che ne avevo letto delle pessime recensioni e persino lo Stesso Benni lo aveva stroncato malamente.
E a ragione, mi sento di aggiungere adesso che l’ho visto.
Il film vanta un cast eccellente del tutto sprecato (da Claudio Bisio ad Antonio Catania, da Giuseppe Battiston ad Angela Finocchiaro e per i nostalgici della comicità che fu persino i redivivi Gemelli Ruggeri & Vito) perchè si riduce ad un insieme sconclusionato di gag, alcune delle quali fanno sorridere, ma di una comicità dalla grana grossa che nulla ha in comune con il sagace sarcasmo del libro.
Una pellicola dunque di cui potevamo benissimo fare a meno.
ecco.. c’era da aspettarselo!
non ho voluto vedere il film perché, a suo tempo, ho adorato il libro: a quanto pare ho fatto bene!
che peccato … Benni è un genio, ma forse per niente adatto ad essere trasformato in film.