Avete tra venti e trent’anni? Non sapete esattamente cosa fare della vostra vita ma siete ambiziosi? Avete desiderio di rivalsa (verso la vostra famiglia, i vostri colleghi di università, la vostra compagna)? Volete mostrare a tutti cosa sapete fare?
Bene, aggiungete capacità di scrivere e conoscenze di econometria. Ah, dimenticavo: dovete essere anche in grado di vivere nella giungla amazzonica, stringendo rapporti con gli indigeni.
Se avete queste caratteristiche e qualche conoscenza in organizzazioni e società che operano a livello internazionale, allora potreste essere ingaggiati come EHM – Economy Hit Man (o SDE – Sicario Dell’Economia).
In cosa consisterebbe il vostro impiego? Niente di così cruento, a dispetto del nome (per il lavoro sporco ci sono gli sciacalli). Dovreste solo convincere qualche capo di Stato – con relazioni, indicatori economici e previsioni – a darvi i suoi soldi. A cosa servirebbe quel denaro? Be’, il sovrano/presidente dovrà pensare che verrà investito per far crescere il Paese; in realtà farà guadagnare società per la costruzione di oleodotti per lo sfruttamento delle risorse petrolifere, aeroporti, infrastrutture ecc. Così facendo, quella nazione si indebiterà sempre più, fino a renderla prigioniera dello stato creditore – ovvero gli USA.
John Perkins, ex EHM, ci guida all’interno dei meccanismi del colonialismo moderno, alias imperialismo. Benché a volte ripetitivo (soprattutto quando racconta dei suoi tentennamenti per scrivere questo libro), l’autore ci spiega in maniera precisa quali sono i rapporti tra politica e finanza – molto stretti, visto che i personaggi sono gli stessi -, la strategia adottata in Arabia Saudita, i rapporti USA-Saddam, cosa fanno gli sciacalli, perché la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo non è sufficiente e molto altro ancora.
Uno sguardo dall’interno da un pentito per le sue azioni a favore dell’impero a stelle e strisce.
P.S.: Per approfondimenti sulla materia consiglio: “Capire il potere” di Noam Chomsky o “I crimini delle multinazionali” di Klaus Werner-Lobo.