Cattedrale – Raymond Carver

Cattedrale (Cathedral) è il titolo di una raccolta di racconti pubblicata dallo scrittore statunitense Raymond Carver (Clatskanie, 1938 – Port Angeles, 1988) nel 1983. Il racconto omonimo chiude il volume, che ne contiene dodici.

Nei diversi racconti si alternano narratori esterni e interni; tutti però sono accomunati dall’ambientazione e dall’atmosfera. Carver rappresenta il mondo piccolo-borghese o proletario della provincia americana, un mondo composto di uomini e donne non ricchi, non belli, non interessanti, dalle vite a volte piatte a volte dolorose, ma sempre prive di luce e, sembra, di senso. Scorrono davanti ai nostri occhi disoccupati depressi, alcoolisti senza speranza, uomini abbandonati dalle mogli, famiglie che perdono la casa… e le storie sono narrate in maniera scabra, con un linguaggio colloquiale e a volte gergale e una sintassi semplice che vogliono riprodurre la lingua parlata negli ambienti rappresentati. L’autore conosceva bene la realtà che illustrava nelle sue pagine, lui che aveva provato gli stenti, l’alcoolismo, umiliazioni e frustrazioni.

Il sentimento più forte che suscitano i racconti di Carver è probabilmente la rabbia, di fronte a vicende di vita così squallide e deprimenti. Una società civile dovrebbe impegnarsi a soccorrere i più deboli, a diffondere giustizia sociale, cultura, ideali, bellezza. E in questo senso la letteratura e l’arte possono dare un importante contributo, anche proprio documentando realtà inique e disperate troppo spesso dimenticate.

Acquista allora forse un’intensa valenza simbolica il racconto che conclude la raccolta, in cui la narrazione si apre a note, nonostante tutto, poetiche. È la storia di un cieco che spinge un vedente a disegnare tenendo gli occhi chiusi: una bellissima metafora per significare che non bisogna mai smettere di tentare di superare il proprio limite e di creare qualcosa di nuovo e di bello, restituendo entusiasmo e poesia all’esistenza.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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2 commenti
  • adoro Carver con tutto il cuore, anche se spesso, come giustamente dici tu, ti lascia addosso rabbia e sconforto: ma questo è anche il suo talento, farti assorbire tanta emozione attraverso le parole che poi finisci impantanato nei suoi racconti.
    Posso dare un consiglio a te e a chi passasse di qua ?
    leggete Se Hai Bisogno, Chiama. è meno forte, sempre malinconico, ed ugualmente speciale (e il mio preferito).

Recensione di D. S.