Cappuccetto Rosso Sangue – Sarah Blakley Cartwright

Questo è un romanzo best seller tratto da un film blockbuster, peraltro non troppo ben riuscito. Basterebbe questa premessa per indurre i più – me compresa – a girare al largo da questo libro quando lo si incrocia in libreria – eppure, come la storia ci insegna, può essere molto dannoso giudicare qualcosa o qualcuno dalle apparenze.

Per la prima volta un libro tratto da un film – operazione quasi aberrante – non è niente male, merita decisamente di più del film stesso. Scivola via leggero e piacevole, come una bibita fresca in un pomeriggio estivo. L’ideale se si ha voglia di una lettura appassionante ma lontana dai massimi sistemi – per una volta si può fare.

In un passato imprecisato troviamo Valerie, una ragazza di diciassette anni che vive in un piccolo e inquietante villaggio nel bosco pieno di tombini, cataste di legno e gente sinistra che nasconde segreti. La vita scorre più o meno tranquilla, se non fosse per un particolare non trascurabile: un feroce lupo mannaro minaccia il villaggio da tempo immemore, tenendo tutti gli abitanti sotto il giogo del terrore. Un accordo tra il lupo e il borgomastro – offerte sacrificali periodiche e la promessa di tenersi alla larga da certe zone della foresta – ha fatto sì che da diverso tempo non ci fossero più vittime umane, ma si tratta di un patto molto instabile e malsicuro. Da subito, si ha la sensazione di una calma solo apparente che può essere spezzata da un momento all’altro.

Il villaggio di Daggorhorn – un piccolo microcosmo claustrofobico e soffocante – è abitato dai personaggi più abbietti e meschini che si possano immaginare. La paura non rende la gente solidale l’uno con l’altro, anzi: molto spesso accade il contrario. Quando padre Solomon – un oscuro prete da Inquisizione – dichiara che sotto le sembianze del lupo potrebbe esserci chiunque, la paura si fa largo nel cuore di tutti e il sospetto rende la vita impossibile. Si lascia via libera a tutte le piccole invidie mai sopite, le meschinità, i rancori, le gelosie, l’odio – si arriva quasi ad augurarsi che sia proprio il vicino tanto detestato a essere il lupo, così da poterlo vedere finalmente punito. Quando Valerie salirà al gabbio, accusata di stregoneria, perfino le sue amiche più care e la sua stessa madre le si rivolteranno  contro – lei non le biasima, ben conscia che al loro posto avrebbe fatto la stessa cosa.

Chiariamolo subito: siamo ben lontani da Twilight e simili, qui il lupo non si rivelerà affatto il buono della situazione. È crudele e spietato e farà la brutta fine che si merita – nonostante questo, resta il personaggio più umano di tutto il racconto. Prima di uscire di scena, avrà fatto in tempo a svelare il teatrino di ipocrisia e di orrore che si cela dietro l’apparente serenità di Daggorhorn – che è poi quello che accade nella vita di tutti i giorni: al di là delle parole che siamo tutti capaci di spendere, quandi si tratta di salvare se stessi di fronte al pericolo non c’è altruismo che tenga. Vince l’istinto animale di sopravvivenza – ed è proprio questo che fa di noi tanti piccoli lupi mannari, pronti a combattere per il proprio spazio. E il vero potere soprannaturale del lupo è quello di sondare l’oscuro dei nostri cuori, per scoprire le emozioni delle quali per primi ci vergogniamo. Sarah Blakley Cartwright descrive bene un mondo desolato in cui tutti sono soli, il tradimento è sempre in agguato e si può contare solo sulle proprie forze per andare avanti.

Una storia con un buon ritmo, personaggi ben caratterizzati, una storia d’amore fragile e impossibile – credetemi, se l’aver letto la frase “aggrovigliati l’uno all’altra, si diedero calore in un mondo gelido” mi ha fatto venire un brivido invece di scatenarmi uno scoppio di risate isteriche, vuol dire che questo libro merita di essere letto.

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Recensione di
MaddalenaErre
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2 commenti
  • Non ho visto il film né letto il libro: il film l’ho evitato pensando che non ne valesse la pena; il libro ignoravo perfino che esistesse. Come sempre, sei riuscita ad incuriosirmi! :)

    • il film davvero non è niente di che – anche se non mi ha impedito di passare un paio d’ore di svago – e dal libro inizialmente non mi aspettava nulla di più, anzi…si è però rivelato una piacevole scoperta e mi sento di consigliarlo a chi, come me, ama le rivisitazioni in chiave un po’ dark e moderna delle fiabe classiche, io ne vado matta :)

Recensione di MaddalenaErre