Biancaneve – Donald Barthelme

Prendete la Biancaneve canterina di quel simpaticone (anche no) di Walt Disney, quello che ha scopiazzato dalla fiaba dei fratelli Grimm. Avete presente? Quella che aveva l’armadio pieno zeppo di vestiti tutti identici col gonnellone a campana e l’inquietante accostamento del giallo canarino della gonna con il rosso acceso delle maniche a sbuffo e il blu oltremare del corpetto. Si, quella che canticchiava con una voce anni ’20 canzoncine dal dubbio gusto all’unisono con gli uccellini della foresta, che accettava mele solo dalle vecchiette col naso bitorzoluto e la risata sinistra, che condivideva il talamo con sette simpatici nanetti minatori che si spaccavano la schiena mentre lei stava tutto il giorno in casa a far niente e a spolverare le corna dei cervi. Si, lei. Prendetela e scordatevela. La Biancaneve descritta da Barthelme è tutta un’altra persona.

Secondo me son stati i Grimm a storpiarne l’identità. La vera Biancaneve, “the original” se volete, è quella descritta in questo libro.
La vera Biancaneve, ivi descritta, è una femminista modernizzata che vive in una comune insieme a 7 ometti, ognuno con le sue miniere di paranoie da scavare. Aspetta annoiata il principe azzurro, ma nel frattempo si concede il sesso libero “hippiano” facendo la doccia con i suoi coabitanti e scrivendo bizzarre poesie erotiche. Diciamocelo, anche noi allegre fringuelle che viviamo negli anni melmosi dei party berlusconiani e del grande fratello tristemente infinito (e, ahimè, non parlo di 1984) avremmo un pelino spento il rubinetto del “romanticume principesco” al posto suo.

L’ho trovato per puro caso, questo libro. E per puro caso l’ho iniziato. Ha reso la mia spenta e plumbea domenica pomeriggio, un po’ meno spenta e plumbea.
Non che mi abbia esaltato. Il posto d’onore sul podio dei miei libri preferiti proprio non riesco a concederglielo. Ma, come ho confidato stasera ad un amico, non voleva staccarsi dalle mie dita.
L’ho letto tutto d’un fiato. Mi ha fatta sorridere. Barthelme è brillante, ha uno stile asciutto e diretto. Periodi brevi e precisi. Un ottimo chirurgo della scrittura.

Stranissimo questo testo. E, sia chiaro, se non elargisco il voto massimo è solo perché sono adorabilmente intollerante e di parte, e se un soggetto non mi è “vicino” o non è “nelle mie corde” mi tengo abbastanza stretta con i “voti” (che parola orrenda…).

E adesso, dal momento che la bimba che è in me è ancora un po’ traumatizzata dalla verità sulla nostra candida principessa, guardo “Biancaneve” di Disney e siamo tutti contenti.

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Recensione di
Evey

Sono Eva, 34 anni, laureata in Lettere e Filosofia e in Storia e Critica dell'Arte. Da 8 anni collaboro come consulente editoriale con tre grossi nomi dell'editoria.
Lettrice, pittrice, bassista, viaggiatrice on the road. Lavoro al mio primo romanzo e seguo corsi di criminologia.
Chiedetemi di Palahniuk e di Massimo Picozzi...

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2 commenti
  • Quant’è straordinariamente straniante Donald Barthelme?
    Ho letto buona parte delle sue opere e ci ritrovo sempre una spiccata capacità di costruire mondi incredibili.
    Questa rivisitazione di Biancaneve è grandiosa.

Recensione di Evey