Delizia.
È senza dubbio la prima parola che mi viene in mente quando leggo McEwan.
La sua scrittura è borotalco: aderisce alla pelle come se fossero parole che hai nella testa, parole tue.
Ma attenzione: su quel borotalco si può anche scivolare. E se succede, è solo perché l’ha voluto lui, proprio come quando ci racconta di come Stephen Lewis, in una mattina qualunque, smarrisce sua figlia in un supermercato.
E non la ritrova più.
Nel corso del romanzo, la vita di Stephen viene ripresa, il racconto si allarga a chiazza d’olio ma non secondo la scia che io desideravo: non parlerà della sua bambina perduta.
Non solo almeno.
Questa è la storia fragile e delicata di un uomo che tenta di sopravvivere con dignità ad una tragedia che ha sconquassato la sua vita e quella di Julie sua moglie.
Ma ci saranno anche Thelma e Charles, amici di famiglia, che subiranno una strana svolta nelle loro vita.
E ancora i ricordi, le ricadute e la speranza di una nuova felicità.
Leggete McEwan, perché io continuerò a farlo!
Non ho mai letto nulla di McEwan e la tua recensione mi ha molto, molto incuriosita ! Ora farò qualche ricerchina su internet !
Grazie