Assassino senza volto – Henning Mankell

La prima indagine del commissario Kurt Wallander non poteva essere più spinosa e delicata. Tutto inizia la mattina dell’8 gennaio, quando la polizia viene allertata da un anziano contadino, il signor Nystrom, che sostiene di aver visto il cadavere del suo vicino di casa. Nessun rumore, nessun grido ha svegliato il signor Nystrom in quella notte scura. Anzi. È stato proprio il silenzio a mettere in allerta l’anziano contadino: la giumenta, infatti, non nitriva. Non aveva nitrito per tutta la notte. Nystrom attendeva nel dormiveglia quel segnale di calma, il rassicurante e abitudinario nitrire della cavalla, che rendeva ogni notte uguale alla precedente. O, come si suol dire, normale.

Invece, quella notte Nystrom ascolta solo il rumore assordante del silenzio. Capisce subito che c’è qualcosa fuori posto, qualcosa di insolito. Va a controllare la casa dei vicini, proprietari della giumenta. La terribile scoperta del cadavere del signor Lovgren, contadino e amico di Nystrom, lo spinge a chiamare subito la polizia. La scena del crimine è un mattatoio: l’omicida ha infierito con cattiveria sulla copia di anziani. La polizia si chiede per quale motivo era stata perpetrata una violenza così feroce verso una coppia di anziani contadini, che non avevano mai avuto nemici, antipatie o discussioni con nessuno.

La polizia spera che la signora Lovgren, rinvenuta in stato di incoscienza ma fortunatamente ancora viva, possa rimettersi in sesto e raccontare chi l’ha seviziata e aggredita brutalmente. Chi ha ucciso suo marito, facendo quel terribile scempio? La testimonianza della signora Lovgren diviene immediatamente fondamentale: essa è l’unica che può indirizzare le indagini della polizia verso la giusta strada. Le condizioni della donna, ricoverata in ospedale, appaiono disperate sin da subito. L’unica parola che riesce a pronunciare, prima di esalare l’ultimo sofferto respiro, è “stranieri”. Wallander capisce subito che l’indizio fornito dall’anziana può risultare pericolosissimo e difficile da gestire. Il commissario teme di scatenare la furia dei nazionalisti svedesi, diffondendo la notizia di essere sulle tracce di cittadini stranieri. Ma la fuga di notizie è inevitabile e il piccolo paesino, sino a ora tranquillo, riserverà violente e macabre sorprese. L’omicidio della coppia di contadini sarà solo l’incipit di un escalation di violenze e aggressioni inarrestabili.

Wallander avverte la pressione del caso, che necessita una pronta risoluzione prima che la situazione 9702371diventi insostenibile. Una caccia all’uomo sul filo del rasoio, che non vuole aggirare il dilemma etico ma, anzi, affronta un difficile ma sempre attuale argomento: il trattamento e le discriminazioni verso lo straniero, la mentalità chiusa di chi non riesce a guardare al mondo liberandosi del peso dei pregiudizi. Tra aggressioni e omicidi, Wallander avrà un bel po’ a cui pensare, mostrando anche tutte le debolezze e le angosce di un uomo che non riesce a uscire fuori di sé, che non può abbandonare la propria natura umana e, per questo, fragile. Wallander affronterà l’indagine e la furiosa caccia alle streghe, operata dai movimenti razzisti, dimostrando l’imperfezione della natura umana e la perfezione della logica.

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, mi sembra fondamentale parlare della questione “immigrati”. Questo romanzo svela le molteplici sfaccettature di un animo inquieto, che non si può definire razzista, ma che conserva quel sentimento di estraneità, sospetto, riservato agli stranieri. Il problema dell’immigrazione è diventato talmente urgente che nessuno può voltargli le spalle: in Italia, poi, ci siamo ormai abituati ad accendere la tv e sentire, con cadenza quasi quotidiana, notizie di nuovi barconi affondati. Nuovi bambini affogati, nuovi e abominevoli commerci di carne umana. Questo romanzo lo interpreto come un invito a riflettere, a guardare meglio dentro se stessi, a cercare di svestirsi dei propri comodi panni e riacquistare, si spera, quel briciolo di umanità che impedisce di disinteressarsi di queste tragedie quotidiane.

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Recensione di
Federica Bruno

Lettrice affiatata, non riesco a smettere di scrivere, scrivere, scrivere. Amo i libri gialli, l'ironia e la parmigiana di melanzane.

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