Antropologia di una ragazza – Hilary Thayer Hamann

“Nessuno pubblica il mio libro? Creo la mia casa editrice e lo faccio io!
Questo deve essere passato in mente a Hilary Thayer Hamman quando, dopo numerosi tentativi,  e nessuna proposta di pubblicazione del suo primo romanzo, o meglio prima che la Random House si accorgesse della sua storia e la facesse diventare un bestseller internazionale.

In Italia il romanzo è pubblicato dalla Fandango Libri (oltre 700 pagine) e per una volta il titolo originale (Anthropology of an American Girl), non è stato completamente stravolto anche se la scelta di togliere l’aggettivo americana ha suscitato in me parecchi dubbi. Siamo negli anni ’80 e senza nemmeno dirvelo, la vita di una ragazza americana del tempo era molto diversa da quella delle sue coetanee europee, specialmente italiane. Più libere e più spregiudicate, basti pensare infatti, che una manciata di anni prima gli Stati Uniti erano in pieno periodo Hare Krishna, con l’amore libero e le droge che giravano come caramelle tra ragazzini dai capelli lunghi cresciuti troppo in fretta.

Ma questa è la storia di Evie. La sua personalissima storia.
Il libro è molto lungo, lungo quanto può essere il duro periodo dell’adolescenza. Alcuni di voi saranno nel pieno delle scuole superiori, altri l’avranno appena finita e altri ancora ne assaporano ormai il ricordo più o meno lontano. Ma tutti noi abbiamo ben impresso cosa vuol dire essere gettati nel mondo non protetto degli adulti, delle passioni che nascono selvaggiamente e che muoiono nel tempo di un battito di ciglia. Ricordiamo tutti problemi che ci sembravano insormontabili, le giornate chiusi in casa, le notti in bianco, le sommosse ormonali, gli amori mai dichiarati, le gelosie violente.

Questa è la storia di una ragazza comune. Una ragazza comune americana. Perdite, festini a base di droghe e alcool, violenze non denunciate, amori abitudinari e passioni travolgenti. E’ una storia di crescita, una specie di romanzo di formazione del 2012. Nessuna velatura rosa, nessuna leggerezza, qui non parliamo di chicklit, ve lo garantisco.

E’ un libro che sulle prime mi ha ipnotizzato letteralmente, assorbendomi nella lettura e lasciando che mi ambientassi in fretta con le circostanze della vita di Evie. Ma poi, vuoi per la lunghezza del romanzo, vuoi per i numerosi ricordi della protagonista che ogni tanto saltano fuori ad allontarci dal nodo principale della storia, ho finito per allungare la lettura decisamente troppo per i miei canoni.

Buono lo stile, chiaro e preciso con alcune immagini davvero favolose. Lo consiglio specialmente alle donne che vogliono ricordarsi com’era e a quelle che vogliono scoprire che i dolori e le gioie sono tutti diversi e tutti uguali.

 

 

 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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