Antonio Tabucchi – Sostiene Pereira

Partiamo dal fondo, quasi fuori dal libro: dalle note finali. Pereira è un personaggio bellissimo, non nel senso estetico del termine, ma come caratterizzazione.

E' descritto così bene, che mi era venuto il forte sospetto che non potesse essere completamente inventato. Non che io sottovaluti l'autore, ma Pereira, a dispetto dell'ormai abusato 3D nei film, è un vero personaggio tridimensionale. Riesce ad uscire dalle pagine e farvi toccare la sua (iniziale) goffezza e potrete persino sentire il suo sudore (leggendolo capirete). E proprio in fondo al libro, nelle note, Tabucchi spiega di come avesse trovato nella sua vita un personaggio in cerca d'autore. Il nome è inventato, ma l'omino sovrappeso, con problemi di cuore e vedovo non è completamente frutto della sua fantasia, ma realmente esistente. Vi lascio anche scoprire di come il suo ruolo nella storia sia stato ispirato fortemente da un episodio che racconta sempre lo stesso Tabucchi a fine libro.

Ma andando al racconto, Sostiene Pereira è un libro magnifico. Lo strano titolo serve a giustificare lo stile con cui è impostato il libro: Pereira, il protagonista, narrerà la storia come se fosse davanti ad un tribunale (sta a voi capire di che tipo) "sostenendo" la sua storia.
Voi sarete in qualche modo gli spettatori della sua deposizione. Questo romanzo si snoda nella Lisbona del 1938, durante il regima salazarista e accompagna Pereira in una sua radicale trasformazione che culmina alla fine del libro. Tramite un giovane, Monteiro Rossi, il buon protagonista raggiungerà il suo io egemone. Un nefasto evento provoca la sua trasformazione finale rendendoci palese dei mali delle dittature. Consigliatissimo!

La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.

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