MitoMania #3 – La principessa abbandonata

C’era una volta una giovane e bella principessa, che come tutte le belle e giovani principesse era anche molto ingenua e romantica. Si chiamava Arianna. Viveva sull’isola di Creta, e il re suo padre era il terribile Minosse (quello che Dante Alighieri scelse poi come giudice infernale).

Non che il re non avesse i suoi motivi per essere nervoso: sua moglie Pasifae era una tale depravata che si era fatta chiudere dentro una giovenca di legno e vimini per farsi possedere da un toro e poi aveva partorito l’orribile Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro. Sta di fatto che Minosse rinchiuse il Minotauro nel famoso labirinto ideato da Dedalo e gli dava in pasto i giovani e le fanciulle che periodicamente Atene gli inviava come tributo dopo una sconfitta militare.

Una volta, però, giunse a Creta il principe Teseo, figlio del re di Atene Egeo, intenzionato ad eliminare il mostro e a riscattare la propria città. Il problema vero, in realtà, non era uccidere il Minotauro, quanto venir fuori dall’intricato labirinto. Ebbene, Teseo trovò l’aiuto della principessa Arianna, che si era innamorata follemente di lui: fu lei a consegnargli il famoso gomitolo col quale segnare il percorso da seguire poi a ritroso per uscire (un’idea geniale – ci tengo a sottolinearlo – che il giovane da solo non avrebbe mai potuto avere).

Teseo uccise il Minotauro e portò via con sé Arianna giurandole eterno amore. Ma l’amore, come ha detto Verdone, «è eterno finché dura». Nel caso specifico, giusto il tempo di arrivare sull’isola di Nasso e piantare in asso la povera Arianna, che un bel mattino (si fa per dire) si svegliò e non trovò più Teseo accanto a sé.

Il fedifrago, però, ebbe la sua punizione: tornando in patria, dimenticò di issare la vela bianca segno di vittoria; il padre, scorgendo di lontano vele nere, credette perciò che Teseo fosse morto, e si suicidò in mare.

La bella principessa, invece, fu presto consolata dal dio Dioniso che se ne innamorò, la sposò e le regalò pure un preziosissimo diadema d’oro. Quando si dice che si chiude una porta e si apre un portone!

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D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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