Un soffio di vaniglia tra le dita – Meg Donohue

Ah, i classici romanzetti da ombrellone. Frivoli e avvincenti al punto giusto, per riprendersi da un inverno duro e faticoso. In genere, adoro leggere i libri secondo le stagioni: in inverno storie di Natale, ad Halloween racconti del terrore. Ma questa volta la scelta è stata casuale. Di solito sono sempre molto attratta dai libri che nascondono ricette tra le righe, e questo, dal titolo, sembrava essere uno di quei libri del genere di “Solo pane”, di Judi Hendrix, che contiene preziose ricette da annotare e da rifare. In realtà non è stato così.

Annie e Julia sono amiche-quasi -sorelle, letteralmente. Hanno vissuto entrambe nella stessa casa, condividendo l’infanzia, gli amici e le loro mamme. Annie è la figlia della bambinaia di Julia, Lucia, e Julia è la figlia della padrona di casa. Tuttavia, questo sembrava non contare, almeno fino al liceo, spaventoso luogo in cui ogni cosa si evolve per cambiare inesorabilmente. La loro amicizia si è spezzata  durante l’ultimo anno, per poi distruggersi definitivamente dopo la morte di Lucia. A dieci anni di distanza dagli avvenimenti, le due ragazze si imbattono nuovamente una nell’altra, e un progetto comune le farà vivere gomito a gomito per dieci mesi: avviare una piccola pasticceria di cupcake, la specialità di Annie, da sempre ottima pasticcera. Ma riusciranno gli antichi dissapori a dissiparsi, e ad essere sostituiti dall’inebriante e invitante profumo delle tortine appena sfornate?

Come dicevo, sono stata attratta da questo libro per via della trama, incentrata tutta sull’apertura di questa sensazionale pasticceria di cupcake. Ovviamente, le vicende delle ragazze gettano questi piccoli capolavori culinari nell’ombra, e la scrittrice dedica loro solo poche righe, iniziando a descrivere l’incredibile originalità di una tortina, per poi fermarsi di botto, senza dare altri dettagli. Naturalmente, questo è il classico caso di pessima traduzione del titolo. In inglese è “How to eat a cupcake”: non c’è bisogno che vi parli della patetica traduzione italiana –mi sono talmente vergognata a chiederlo al commesso della libreria, quando l’ho comprato!

Nonostante questo, la storia è speranzosa e ottimista. Attraversa e descrive le fasi che un’amicizia spezzata inevitabilmente subisce, in modo leggero, frivolo, da ombrellone. Poi, d’improvviso, verso la fine spunta fuori un mistero da risolvere, che risulterà collegato alle intere vicende della storia, e che risulterà essere anche molto ovvio: un giallo scontato, che però dà pepe al rosa troppo rosa del romanzo.

Per una volta, un romanzo rosa che non è incentrato sulle catastrofi d’amore delle protagoniste: no, quello va a gonfie vele. È qualcosa di più prezioso che viene messo sul piedistallo: può l’amicizia di una vita, legare ancora due estranee che avevano condiviso tutto, e ricucire i brandelli del tradimento? L’amica del cuore, una volta persa, ritorna?

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Trix
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