Un piccolo capolavoro dimenticato

Quando ho aggiunto questo libro alla mia libreria su Anobii ho scoperto di essere stato il primo.

Un piccolo capolavoro dimenticato

E' triste come l'oblio finisca per inghiottire vite e opere che andrebbero incorniciate nella memoria: Denti di Pirajno, medico fascista, viene inviato nelle terre dell'impero nordafricano, ma non è un colonialista nell'animo; parte per stare poco, si ferma più di vent'anni, cura, osserva, agisce, vive.
Il libro parte stentato, con una mezza apologia di alcuni personaggi del regime, a cui evidentemente l'autore aderiva; poi prende quota, regala pagine indimenticabili: la lunga caccia a "El Uaidu" è di respiro epico; la storia del "cacciatore d'ombre" è degna del Barone di Munchausen.

Il tutto è raccontato con bonomia e indulgenza verso se stesso e verso questa umanità
tribale e perennemente adirata, ma anche generosa e genuina. L'autore finisce la sua esperienza africana come governatore di Tripoli, è lui a consegnare la città a Montgomery quando arrivano gli inglesi: un testimone eccezionale di un'epoca intera, disgraziata certamente, ma c'è stata.
Un affresco potente di un mondo che non c'è più, dipinto dall'interno. 
Se amate la letteratura di viaggio leggetelo, è un libro da salvare.

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