Un calcio in bocca fa miracoli – Marco Presta

Un calcio in bocca fa miracoli si presenta come un romanzo: così dice la copertina e il nastro che l’avvolge. Non soddisferà chi si aspetta una ricca successione di eventi, azioni, ma un romanzo non è solo quello. Se un romanzo, o una qualsiasi storia, racconta di un personaggio che tra la prima e l’ultima pagina vive un’esperienza che magari non lo cambia, ma lo rende cosciente che questo cambiamento non è avvenuto, allora questo libro è un romanzo.

È un bel romanzo, il cui protagonista è un vecchio antipatico che non fa nulla per nasconderlo, anzi: sfrutta la sua età e gli stereotipi sugli anziani per fare quello che gli pare, e come gli pare: smoccolare per strada, palpeggiare, quando capita, donne più giovani. Insomma, sfogare i vizi che, prima, un certo pudore sociale gli impediva di manifestare. Tratta se stesso con una lucidità e una sincerità fuori dal comune, gli altri con irriverenza, ma sotto sotto non vuol male a nessuno. Nemmeno al suo orgoglio, però.

Un giorno, sua figlia lo va a trovare, sull’orlo del divorzio da quel marito che il padre ha sempre chiamato “l’avvocato”, mai col suo nome. Mai suo padre ha saputo ascoltarla fino in fondo, comprenderla, e questa può essere l’occasione per riscattarsi e per farlo riavvicinare alla sua ex moglie, che rifiuta seccamente le sue comiche avances. C’è anche qualcos’altro, però, che mette a dura prova la sua scorza di cinismo e misantropia: un suo caro amico vuole combinare un appuntamento tra due ragazzi che, secondo lui, sono destinati a stare insieme…

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