Troppa felicità – Alice Munro

Di gente che si è accorta di Alice Munro solo dopo la nomina a premio Nobel è pieno il web, e io sono una di queste persone. In più, il fatto che mi imbattessi costantemente in quella copertina verde con una ragazza dallo speranzoso sguardo all’insù, mi ha definitivamente convinta a leggere il libro. E meno male.

Dicono che i racconti siano un’espressione troppo facile di letteratura. Io li adoro, e questi trovo siano quasi perfetti. Iniziano in modo insignificante, narrando di fatti e persone sconosciute e apparentemente prive di interesse, a cui poi finisci per affezionarti senza nemmeno accorgertene. Non si riesce a capire dove l’autrice voglia andare a parare finché non senti una sorta di scricchiolio sinistro nella tua testa, come quando sali le scale furtivamente e un gradino troppo vecchio ti tradisce. Unico campanello d’allarme per il colpo di scena è quella vocina che ti avverte che sta per succedere qualcosa.

La forza dei racconti è più linguistica che diegetica: ti intrappola con le parole in lunghe spirali descrittive, o in digressioni sul passato, 71tn93kwWIL._SL1443_finché ci si ritrova talmente coinvolti nella vita dei protagonisti dei racconti, che si fatica a scacciarli dalla mente per ore.

Non si riesce a staccare gli occhi dalle pagine, forse perché i racconti si nascondono dietro un alone misterioso che, non appena viene svelato, rivela dettagli macabri o inquietanti che danno un senso al racconto, ma che molto spesso lasciano il lettore con l’amaro in bocca e gli occhi sgranati.

Una raccolta di racconti drammatici, perturbanti, violenti e inquietanti. Consigliatissimo!

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Recensione di
Trix
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