Tre volte all’alba – Alessandro Baricco

Dato che come la maggior parte dei lettori avevo apprezzato “Novecento” –forse però più rispetto al film che al libro-, quando la mia amica mi ha proposto di leggere “Tre volte all’alba” ho pensato, why not? È un romanzetto breve, di appena una novantina di pagine, quindi anche se non mi piacerà non sarà impossibile finirlo.

Be’ vi anticipo subito che non mi ha colpito.
E che non so assolutamente come parlarvi di questo romanzo.

La trama si articola in tre capitoletti, tre storie diverse ma in un certo senso parallele, in cui si ripetono temi o personaggi in diverse situazioni. I tre racconti –di genere noir– possono anche essere letti indipendentemente, ma ci si aspetta subito il legame tra le storie, dal momento in cui si inizia il secondo capitolo.

Il filo conduttore potrebbero essere i portieri notturni degli alberghi, le hall degli alberghi, gli alberghi stessi, la polizia, una pistola, o naturalmente l’alba. Collegamenti molto deboli, a mio parere, che potevano essere sviluppati in modo più avvincente.

Il primo racconto è stranissimo e senza molto senso. La lettura si riprende durante il secondo, quando il lettore capisce che i personaggi potrebbero essere gli stessi, in altri universi, altre situazioni. Ma torna la delusione nel momento in cui si comincia a leggere il terzo racconto conclusivo, che ricomincia a sproloquiare di niente, cercando di dare un senso conclusivo al tutto.

Recensione confusa, eh? Ve l’ho detto, non l’ho per niente apprezzato. Questo stile simil flusso di coscienza non fa per me, e trovo irritanti le scelte stilistiche o addirittura la mancanza di scelte ortografiche (come ad esempio l’assenza di virgolette prima del discorso diretto).

Non mi sento né di consigliarlo né di sconsigliarlo: sicuramente i fan di Baricco lo apprezzeranno, se non altro per fedeltà allo scrittore, ma consiglio a chi è digiuno di questo autore, magari, di non cominciare la lettura dei suoi romanzi proprio da questo titolo controverso.

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Recensione di
Trix
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4 commenti
  • Io mi innamorai di Baricco al tempo di “Novecento”, che è veramente bello e originale nella sua essenzialità (a tutt’oggi lo faccio ancora leggere ai miei studenti). Ma il mio idillio con questo scrittore si è infranto con “Seta”, che ho trovato terrificante e ci ha divisi forse per sempre.
    Alcuni dei miei studenti-lettori (razza rara, ma per fortuna non estinta) adorano questo scrittore e mi consigliano continuamente “Castelli di rabbia” e “Oceano mare”, ma io non ho il coraggio di riprovare. :) Mi sono fatta l’idea (ma magari è un pregiudizio infondato) che Baricco sia uno scrittore che sa abilmente manipolare scrittura e sentimenti per offrire al pubblico un’impressione più che una sostanza di profondità e di intensità.

    • Non sono abbastanza esperta di Baricco per confermare o negare quello che dici. Il punto è che questo libro è INUTILE, e che non credo mi ributterò più tra le sue pagine.

  • “Mi sono fatta l’idea (ma magari è un pregiudizio infondato) che Baricco sia uno scrittore che sa abilmente manipolare scrittura e sentimenti per offrire al pubblico un’impressione più che una sostanza di profondità e di intensità.”
    VoceLibera, mi hai letto nella mente.
    Un altra descrizione di Baricco che mi ha stregato é stata questa: é uno scrittore che segue i luccichii (Silvia Dai Prà)
    Purtroppo sono caduto nella rete di Baricco e ogni tanto sento il bisogno di tornare alle sue pagine di voli pindarici.

Recensione di Trix