The psychopath test – Jon Ronson

 

questi strizza!
perdono più tempo a cambiare nome alle malattie che a curarle!

Che cos’è lo “Phsychopath test”? E’ un metodo utilizzato dagli psichiatri per stabilire se una persona è affetta da un disturbo mentale. Sostanzialmente è un elenco di caratteristiche: “Mancanza di empatia”, “Elevata auto-stima”, “Violenza sugli animali”, “Incapacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni” e così via. Se riportate un punteggio relativamente alto, tipo 30 o 40, potreste trovarvi rinchiusi in un ospedale psichiatrico per sempre.

Ronson ci porta in un viaggio tra l’Europa e l’America proprio per capire quanto possa essere affidabile questa metodologia, esaminando il caso di “Tony” (pseudonimo): un ragazzo arrestato per

 aggressione che, per evitare la prigione, decise di fingersi psicopatico, ottenendo però di finire in una clinica che ospita pedofili, stupratori e assassini. A questo punto, Tony cerca di dimostrare di aver finto, tuttavia per anni non riesce a convincere i medici. Davvero però Tony ha finto?

In questa odissea Ronson incontrerà vari personaggi: profiler; dirigenti noti per licenziare centinaia di dipendenti; terroristi; Scientology, che da anni attua una campagna contro la psichiatria. Il sottotitolo del libro è “A journey through the madness industry” e quell'”industry” riguarda l’atteggiamento delle multinazionali farmaceutiche nello sfruttare la definizione di sempre nuovi (presunti) disturbi per cui poter prescrivere farmaci da vendere.

La materia non è certo piacevole ma l’autore prova ad ammorbidire il tutto con un pizzico di autoironia; altresì introduce le proprie ansie, accenna alla funzione dell’amigdala e al senso di potere dato dalla conoscenza dello psychopath test e la voglia di applicarlo ai propri interlocutori.

Leggete “The psychopath test” e probabilmente ne uscirete più ansiosi di prima. Se così non fosse, allora molto probabilmente siete psicopatici anche voi e questo libro potrebbe migliorare il vostro potere sul prossimo.

 

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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