Strane creature – Tracy Chevalier

Per un bel romanzo possono volerci numerosi elementi: una città con i suoi spazi, una vicenda tortuosa, una decina di personaggi: mi viene in mente il Niccolò Ammaniti di “Ti prendo e ti porto via” o il Don DeLillo di “Underworld”.

Oppure no. Mettete su una spiaggia Mary Anning con Elizabeth Philpot ed ecco fatto. Essenzialmente queste due donne non sono semplicemente le protagoniste di una storia, ma il vero fulcro della narrazione. Si potrebbe dire che le vicende fungono da pretesto per narrare lo splendido rapporto tra loro due: una ragazzina di umili origini alla ricerca di fossili per le spiagge e una signora della buona società, intelligente, curiosa e caparbia. La prima vive in un piccolo villaggio nel Sussex, Lyme, ove si trasferisce la seconda, originaria di Londra, insieme alle sorelle, obbligate dal matrimonio del fratello a cercare una dimora più alla portata per le loro tasche.

Mary, senza una particolare istruzione, cresce e fa delle scoperte (con l’aiuto del fratello Joe) che mettono in dubbio le idee creazioniste dell’Inghilterra dell’ottocento. Di contro la Philpot, con una solida cultura alle spalle, si imbatte nel mondo della ragazzina, denso di spontaneità. La comune passione per “ammo” e affini le unirà e dividerà nel corso del tempo.

La narrazione alterna la prima persona delle due protagoniste, mostrando le differenti anime di “Strane creature”: gioia, invidia, desiderio, rassegnazione, curiosità, ammirazione, speranza, sacrificio. Se le vicende sono quasi tutte ambientate a Lyme, d’altro canto l’introspezione è ricchissima e ci consente un viaggio tra pensieri e sentimenti, evidenziando la crescita: della ragazzina, com’è ovvio, ma anche della donna, convinta di aver raggiunto la maturità ma scoprendo invece una nuova sé stessa.

Uno straordinario romanzo dall’autrice de “La ragazza con l’orecchino di perla”.

 

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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3 commenti
  • Mi sembra doveroso e corretto riportare anche qui il commento che ho postato sul blog di SpeakerMuto:
    “Bella recensione. La Chevalier scrive sempre storie di donne dolenti e complicate, e a volte forse ci indulge un po’ troppo, almeno per i miei gusti. La ragazza con l’orecchino di perla mi era piaciuto, gli altri un po’ meno, e questo proprio non l’ho letto, ma mi stai tentando.
    Interessante anche questa libreria immaginaria: da oggi la seguirò.”

  • Mi sembra molto interessante, infatti!
    Non ho letto “La ragazza con l’orecchino di perla”, ma a giudicare dai pareri ..credo che dovrei leggerli entrambi.

Recensione di Antonio Soncina