Non uscirò vivo da questo mondo – Steve Earle

[AGGIORNAMENTO] E’ uscita la versione italiana del romanzo, per cui la Libreria Immaginaria vi ripropone questa recensione.

Steve Earle affronta in questo romanzo i suoi passati problemi con la droga. O meglio, li fa affrontare a “Doc”, un medico radiato dall’albo per uso di stupefacenti e che si è ridotto a vivere in una sorta di ghetto popolato da prostitute, trans, drogati, spacciatori, poliziotti corrotti, preti violenti.

Ci troviamo nell’epoca di John Fitzgerald Kennedy, proprio a ridosso del suo assassinio. Doc continua ad assecondare il suo vizio, ma contemporaneamente esercita la
professione, benché in maniera un po’ meno ufficiale: si occupa infatti di ricucire ferite post accoltellamenti e soprattutto di interrompere le gravidanze indesiderate di teenager sprovvedute. In coscienza, il credente che è in Doc giustifica le sue azioni come un compromesso: meglio evitare che una vita venga alla luce se non circondata dall’amore dei suoi familiari, risparmiando così a lei e alla madre un’esistenza sofferta.

Tanto per non farsi mancare niente, in seguito al suo abuso di droghe Doc parla saltuariamente con il fantasma di Hank Williams (anche lui contrassegnato da un’esistenza difficile).

Tutto procederebbe placidamente a rotoli, finché un giorno arriva un teppista per praticare un aborto su una giovanissima messicana, Graziella, e il rapporto che lei e il protagonista instaureranno in seguito porterà Doc a riconsiderare almeno parte della sua esistenza.

Bene, detto questo, come scrive Earle?

Direi bene.  A parte l’evidente conoscenza della materia (suo malgrado), l’artista sa usare le parole giuste per descrivere l’abisso, la miseria e l’abitudine a conviverci. Earle scrive parecchio, nel senso che si sofferma spesso sulle descrizioni degli stati d’animo, ma in modo maturo. Il genere è forse definibile come “pulp” per gli argomenti e i personaggi grotteschi, ma si lascia leggere anche dai non aficionados del genere. Provatelo in inglese.

 

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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