«Provate a domandare a un’esperta civetta, intenzionata a conquistare qualcuno, se preferisca rischiare di essere accusata, in presenza di quello che vuole sedurre, di falsità, crudeltà o anche dissolutezza, o di mostrarsi in un brutto abito mal cucito: tutte preferiranno la prima evenienza. Sanno bene che tutti noi mentiamo parlando degli elevati sentimenti, che tutti gli uomini hanno solo bisogno del corpo, e perciò perdoneranno ogni schifezza, ma non un abito malfatto, inadeguato e di cattivo gusto.»
Ci risiamo, vi ricordate l’inizio della mia avventura con i classici della Biblioteca di Repubblica? Bene, con immensa fatica ma testardaggine ho portato a compimento anche il secondo volume ovvero La Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj. Lo ammetto, mi aspettavo un racconto più ostico, un linguaggio più alla Karenina (che ho lasciato nemmeno a metà ma che conto di riprendere prima o poi) e invece mi sono ritrovata di fronte ad una traduzione che ha reso molto più leggibile l’intera storia.
Siamo su un treno durante un lungo viaggio e un anziano signore “dagli occhi scintillanti” comincia a raccontare la sua storia ad un giovane (che è la voce narrante e del quale non conosceremo mai il nome).
Il vecchio racconta la storia di una folle gelosia e di un fatale crimine che si ridurebbe, da solo, ad un paio di pagine di racconto.
In realtà Tolstoj, che scrive questo libro dopo la sua personale “conversione ai vangeli”, immerge il piccolo romanzo in un denso e profondo secchio di moralismo. La citazione all’inizio della recensione ne è un perfetto esempio, così come scrive Corrado Augias nella prefazione “questo romanzo breve vorrebbe essere un rifiuto all’amore carnale ma il tema del racconto in realtà è molto più complesso a cominciare dal fatto che, a dispetto dell’assunto, emana dalle pagine un conturbato erotismo.”
La musica, il tradimento vero o quello ipotizzato, la gelosia, la follia e una società che tende a predicare bene ma tuttavia, come sempre, razzola malissimo.
Ah, la Sonata a Kreutzer è un’opera di Beethoven. Potete sentirla qui!
Questo piccolo romanzo mi ha fatto conoscere il Tolstoj ormai anziano e ormai abbastanza turbato da una morale religiosa patologica… Per questo saró sempre del parere che le donne scrittrici sono meglio, per molti versi :P
P.S. Sono contanta che ti stia convertendo a poco a poco ai classici :)
L’ho letto e non ha retto in alcun modo il confronto con la Karenina.
C’era una vena di bigottismo che non me l’ha fatto apprezzare del tutto, pur restando nel complesso un bel racconto.
[…] Un’altra recensione al racconto, si può leggere -> qui. […]