Li ho presi entrambi, credendo di fare una scelta saggia per il proposito di immergermi in Hornby e i suoi corsivi.
Ho provato stupore nel trovarli uguali – cioé spiccicati, stessi articoli alle volte; copia e incolla.
Non sono racconti, sono articoli per il Beliver.
Sono recensioni letterarie per il giornale.
Belle e divertenti, per carità, le ho divorate con gusto.
Ne sono uscito con una lista di tre pagine su libri recensiti da Nick (sotto il titolo consigliati da Nick) che ho letto – e leggerò – con tutta la curiosità che il ragazzone inglese ha saputo conferirgli.
Mi sono ritrovato anche ad invidiare il tono fresco, cazzeggiante e spesso canzonatorio del compagno Hornby.
Lui non fa vere e proprie recensioni, per lo più parla d’altro ma poi ci ficca il libro, il collegamento, il commento e, molto velatamente, la stroncatura (del tipo: questo libro fa schifo)
Inutile dire che vorrei scriverle così le recensioni ma poi farei dei post lunghissimi con poca attinenza con i libri letti.
Poi Delly mi inviterebbe alla porta della libreria immaginaria per dirmi” Va! Va dove tramonta il sole della letteratura e quando lo raggiungi rimani lì per 100 anni; scrivi la recensione di quello e poi torna che ne parliamo”
Insomma a vincere sono i libri e, malgrado Nick ce la metta tutta per dire il suo, ne escono sempre a testa alta.
Uahahahahah e invece chissà magari mi piacerebbero recensioni così! :P